Cronaca locale

Migranti, Majorino fa il duro, "In 200 bivaccano in strada"

L'assessore contesta la stretta del governo ma critica: "In zona Centrale chi non ha lo status, che fa Salvini?"

Migranti, Majorino fa il duro, "In 200 bivaccano in strada"

Contesta i porti chiusi alle navi delle ong che trasportano (sempre) in Italia i profughi e la stretta annunciata da Matteo Salvini sul diritto d'asilo, eppure ora l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino, regista della marcia pro migranti del 20 maggio 2017 e del pranzo antirazzista al parco Sempione, contesta il ministro dell'Interno perchè non fa abbastanza per limitare il fenomeno dei transitanti, ossia di coloro che non fanno richiesta dello status in Italia ma passano da Milano per proseguire verso Austria e Germania. Durante il Comitato per l'ordine e la sicurezza che si è riunito ieri in prefettura, ha riferito al termine l'assessore dem, «ho esposto a prefettura e questura un tema per noi rilevante. Da alcune settimane si verifica una ripresa del fenomeno dei transitanti nella nostra città, quindi di migranti non richiedenti asilo e di profughi che hanno avuto il diniego». Per dirla in altri termini, clandestini. «Si tratta di diverse decine di persone, stimiamo circa duecento - continua Majorino - che si concentrano prevalentemente nelle zone di Porta Venezia e della stazione Centrale e che arrivano ovviamente dalla Sicilia e da altre città italiane». Un fenomeno che «non si verificava da anni. I numeri non sono certo quelli del 2014 e 2015 ma crediamo si tratti di una dinamica da non sottovalutare e che il Ministero dell'Interno non possa far finta di niente scaricando sulla città la situazione. La competenza è totalmente del governo, si tratta di persone che diventano senzatetto e poichè sappiamo che dal Viminale non c'è la volontà do accoglierle e non vengono identificate, devono decidere con molta chiarezza cosa fare». Non ci risulta conclude «che stia avvenendo a livello nazionale nulla che possa garantire una gestione seria di quelli che sono già arrivati senza generare migliaia di senza dimora». La soluzione di Regione Lombardia ad esempio per i migranti di ritorno per vengono fermati alla frontiera di Austria e Germania e rispediti in Italia secondo l'assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato «è quella di convogliare questi profughi, ad esclusione di donne incinte e bambini, nei Cpr, i Centri per il rimpatrio, in modo da farli tornare in patria il prima possibile».

E sulla stretta dei permessi di soggiorno che Salvini ha indicato nella circolare inviata due giorni fa a tutti i prefetti è intervenuto ieri anche il governatore Attilio Fontana. «Non credo che possa ridurli - precisa -, ma penso che si debba fare un esame di quella che è la situazione attuale, che è di grave confusione e illegalità. Abbiamo centinaia di migliaia di persone che non hanno titolo per rimanere nel Paese, quindi quella è la direzione verso cui si deve andare. Basta ricominciare a rimpatriare, come succede in tutti i Paesi. Se si considera che Barack Obama, considerato uno dei presidenti Usa più democratici, durante i suoi otto anni di mandato ha espulso oltre 5 milioni di persone, non vedo perché non lo possiamo fare anche noi». E Fontana assicura che darà seguito alla mozione approvata in aula giorni fa che chiede di censire i rom: «Come esistono gli uffici Anagrafe che individuano tutti i cittadini residenti, analogamente si farà con chi risiede nei campi, non credo che si debba andare con l'esercito.

Semmai coinvolgeremo i prefetti per definire come operare».

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