Cronaca locale

Penati deluso da Zingaretti: "Non rinnovo la tessera Pd"

L'ex presidente della Provincia: è un ritorno al passato Solo 4mila votanti alle parlamentarie Ue dei 5 Stelle

Penati deluso da Zingaretti: "Non rinnovo la tessera Pd"

Questa volta è Filippo Penati a dare uno schiaffo al partito. Cancellato dall'anagrafe degli iscritti nel 2011, quando era scattata l'indagine per tangenti (da cui è uscito pulito) l'ex sindaco di Sesto, ex presidente della Provincia e pure ex capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani era tornato all'ovile nel maggio 2017. «Tornare nei circoli è stata una grande emozione» aveva confessato riprendendo la tessera. La luna di miele è durata pochissimo. Ieri Penati ha annunciato il divorzio, questa volta forse definitivo, con un messaggio su Facebook: «Sono e rimango un uomo di sinistra - ha scritto - ma non rinnovo la tessera del Pd. Oggi ho comunicato al segretario del mio circolo la decisione di non riscrivermi al Partito Democratico. É per me una scelta sofferta e difficile. Sono stato, più di dieci anni fa, tra i più entusiasti sostenitori della nascita del Pd. Oggi non mi convince la direzione intrapresa dal nuovo corso. Non mi convince la "rigenerazione" del Pd attraverso una sorta di "ritorno al passato". Un abbraccio grande alla straordinaria comunità degli iscritti e dei sostenitori del partito democratico». Il nuovo corso, per dirla alla Penati, è sotto il segno di Prodi o Pisapia. Anche il sindaco Sala più volte ha invitato il neo segretario del Pd a dare spazio ai giovani, la cartina di tornasole saranno le liste Ue.

E in vista della corsa europea, si sono tenute venerdì scorso le «parlamentarie» M5S, la prima fase delle primarie on line per la scelta dei candidati che comporranno le liste. In Lombardia secondo indiscrezioni (i numeri non sono stati resi noti) avrebbero votato solo 4mila degli oltre 10mila iscritti alla piattaforma Rousseau, meno della metà. Accedono al secondo round in 10 (non vengono pubblicati i risultati ma solo l'ordine alfabetico, peraltro sbagliato con Evi prima di Di Feo), il primo degli esclusi aveva 125 preferenze. Ce la fanno i tre «big», l'unica europarlamentare uscente lombarda Eleonora Evi, 35 anni di Cormano, e gli ex consiglieri regionali Eugenio Casalino e Paola Macchi. Passano Christian Di Feo, ingegnere, classe 1985, ex consigliere di Crema già candidato alle Politiche, Monica Ferraris (di Albino, impiegata alle assicurazioni Generali), il bergamasco Alessandro Pagano, Paola Pizzighini, già responsabile delle relazioni sindacali in Expo spa, Andrea Roncoroni, il monzese Andrea Togno e Daniele Tromboni, classe 1986, avvocato di Sesto.

E si sono tenute domenica le votazioni per il portavoce e i coordinatori di Piattaforma Milano, l'iniziativa promossa da Stefano Parisi (Energie per l'Italia), Mariastella Gelmini (Fi), Matteo Forte (Milano Popolare) e altri esponenti dentro e fuori i partiti per rilanciare l'area liberale e popolare in vista delle Comunali 2021. Il ciellino Carmelo Ferraro, corteggiato anche da Giorgio Gori nel 2018 per le Regionali e poi candidato da Fi alle Politiche, ha strappato con la spinta di Fi la guida del movimento a Forte per 36 voti. Hanno votato in 4.827. Non si sbilancia sulla futura alleanza con la Lega Stefano Parisi: «Chissà cosa succede tra 2 anni, è difficile pensare ora agli schieramenti.

E chissà che una parte dell'opinione pubblica sconcertata dallo spostamento a sinistra del Pd non possa guardare a noi».

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