Cronaca locale

In piazza contro il razzismo la sinistra si divide e insulta

Al corteo anche la presidente della Camera Boldrini. Contestata dai centri sociali: la considerano di destra

In piazza contro il razzismo la sinistra si divide e insulta

«No ai fascisti d'ogni forma». Il bambino di colore sorride allegro, muovendo svelto i piedini sul passeggino, mentre il papà gli sistema in grembo il cartello con l'impegnativo slogan. «Stufi di sentire la retorica della destra» urla un giovane uomo africano sporgendosi da un furgone e arringando la folla al grido di «solidarietà a Macerata»; «lunga vita ai partigiani, vietato strumentalizzare le foibe» recita il manifesto bicolore tenuto in mano da quattro donne arabe con il nijab, il velo islamico che copre la testa e il collo ma non il viso. Quindi arriva un giovane turco che insieme a un altro gruppo di stranieri porta in giro un lenzuolo con la scritta «mai più nazifascismo mai più lager». E un italianissimo ragazzino di 16 anni, che mentre porta le cuffiette e ascolta a palla i Fifth Harmony, inveisce tra sé e sé contro il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.

Ieri pomeriggio alla manifestazione indetta da «Milano antifascista, antirazzista, solidale e meticcia» per protestare contro la violenza «fascista razzista sessista» e i fatti di violenza accaduti a Macerata c'erano proprio tutti. Al corteo, partito qualche minuto dopo le 16 da piazzale Oberdan e la cui testa è giunta in via Zuretti intorno alle 18.30, hanno partecipato gli schieramenti più svariati: dai giovanissimi del centro sociale «Il Cantiere» e dei collettivi studenteschi, passando dagli anarchici fino alla Comunità Curda, all'Associazione Donne Islamiche, fino a Rifondazione Comunista, a Sos Emergenza rifugiati Milano, per concludere (ma solo per citarne alcuni) con Macao, Potere al Popolo e le Black Panthers. L'omicidio di Macerata e il coinvolgimento dei nigeriani tocca ovviamente tutto il mondo dei profughi africani. Che ieri abbondavano a un corteo dove però il denominatore comune era l'odio per tutto ciò che, anche minimamente, si potesse posizionare «a destra», qualsiasi concetto esprima l'espressione in questione: dallo schieramento dei partiti in Parlamento, agli estremismi più diversificati e talvolta addirittura immaginari. Difficile infatti sapere cosa possano conoscere e capire veramente di un passato politico e storico totalmente nostro, persone che non solo non parlano spesso bene la nostra lingua, ma non comprendono in fondo la nostra storia o termini come «foibe» e «fascismo».

In mezzo alla confusione - succede - si mischiano anche i numeri: se per la questura si parla di 5mila presenze, gli organizzatori ne hanno contati «oltre 20mila». Tra i politici, il deputato pd Emanuele Fiano, l'assessore Pierfrancesco Majorino, esponente della sinistra dem, e davanti al memoriale della Shoah, in cappottino verde acido e sciarpa rossa e bianca, la presidente della Camera Laura Boldrini, candidata a Milano con Liberi e Uguali. E la sinistra in piazza si è divisa.

Inizialmente contestata dai centri sociali con frasi del genere: «Anche oggi beccate un po' di voti», la presidente ha cantato «Bella ciao», quindi ha sottolineato: «Siamo qui per ribadire un no forte chiaro contro ogni forma di fascismo e razzismo».

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