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Quelle suore che si ribellano al Vaticano per non modernizzarsi

Trentaquattro suore, appartenenti a una Congregazione religiosa francese, hanno chiesto di rinunciare ai voti. "No" ai "dikat" del Vaticano

Quelle suore che si ribellano al Vaticano per non modernizzarsi

Un gruppo di suore, tutte appartenenti a una Congregazione religiosa tradizionalista, ha chiesto volontariamente di rinunciare ai voti pur di non sottostare alle direttive cui il Vaticano sembrerebbe volerle obbligare. Lo scenario di questa querelle è la Francia.

Le consacrate, di preciso, operano in due diocesi, attraverso almeno tre distinte comunità ecclesiali: quella Saint - Aigna, quella di Lagardelle sur Lèze e quella di Castelanu d'Estrétefond. Trentaquattro su trentanove Piccole Sorelle di Maria - Madre del Redentore, hanno reso noto di essere intenzionate a prendere in considerazione l'ipotesi di riporre per sempre la tunica, ma per quale motivo? "Siamo quindi 34 su 39 suore - hanno raccontato in questo documento -, facenti parte dell’Istituto, che hanno domandato di essere sollevate dai nostri voti dal Dicastero dei Religiosi”. "Non facciamo questo sacrificio con animo leggero - hanno continuato - : desideriamo restare in piena comunione con la Chiesa, ma non possiamo segnalare più chiaramente, né più dolorosamente, la nostra impossibilità, in coscienza, di obbedire a ciò che è imposto".

Stando a quello che viene riportato su blog e siti d'area cattolica, la Santa Sede ha prima ordinato la destituzione del vertice ecclesiale della Congregazione, la madre superiora, e poi incaricato tre commissari con lo scopo di mitigare in loco le usanze delle consacrate, che sarebbero retrò ed eccessivamente intrise di estremismo tradizionalista. "Non sono chiare le accuse mosse nei loro confronti - ci racconta al telefono un'autorevole fonte - ", ma quanto contestato alle suore verterebbe soprattutto sulle presunte prassi ultraconservatrici e sul quantitativo di tempo dedicato alla preghiera nel corso della vita monastica. Le consacrate, insomma, non si sarebbero adattate ai tempi e avrebbero continuato a esercitare il loro servizio secondo uno spirito che potrebbe essere molto simile a quello preconciliare.

Sullo sfondo di questa storia si nasconderebbero quelli che i tradizionalisti sono soliti definire "diktat vaticani", gli stessi che sarebbero tesi all'accettazione passiva del cosiddetto modernismo. D'altro canto, potrebbe anche sussistere, all'interno dei monasteri gestiti dalle monache, un atteggiamento davvero troppo rigoroso. Qualcuno ha già accostato questo caso a quello relativo ai francescani dell'Immacolata, ma differentemente da quella vicenda, in questa circostanza viene evidenziato il rischio inerente la chiusura di strutture che hanno dato ausilio a tante persone anziane. Pare che alla base dei contrasti ci sia un rapporto non semplice tra le Piccole Sorelle di Maria e un vescovo francese.

Vale la pena rilevare pure i presunti "problemi amministrativi" che sarebbero stati riscontrati all'interno delle strutture, in seguito a una visita canonica ordinata dal presule qualche anno fa.

Ma qual è, in fin dei conti, il punto maggiormente contestato? Il nuovo 'capo' dell'Ordine sarebbe stato identificato in Suor Geneviève Médvielle, aperta sostenitrice dell'esortazione apostolica Amoris Laetita, quella interessata dai dubia sollevata da quattro cardinali, e autrice di un volume intitolato "Migranti, Francesco e noi".

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