Politica

Addio alla Firenze del Giglio magico Milano torna capitale della politica

Carroccio e pentastellati hanno qui il loro quartier generale Pietro Dettori spedito dalla Casaleggio a controllare i «romani»

Addio alla Firenze del Giglio magico Milano torna capitale della politica

Dopo l'egemonia di Roma e la parentesi di Firenze caput mundi nella stagione di Matteo Renzi, con tutto il potere concentrato in pochi chilometri (e persone) attorno all'Arno, Milano è tornata al centro della politica nazionale. Uno scettro che, solo in questo caso, rispecchia anche la centralità economica della città, dove il Pil cresce a velocità doppia rispetto all'Italia, un modello di efficienza e concretezza da imitare per tutte le altre realtà italiane. Milanese è la Lega di Salvini, ancor più di quella di Bossi che era a trazione varesina mentre il leader leghista è milanese doc. A Milano Salvini ha fatto tutta la gavetta politica (consigliere comunale dal '93 ad oggi) e dentro il partito, da capo dei Giovani della Lega di Milano a segretario provinciale fino a numero uno della Lega Lombarda, prima di diventare segretario federale. Ma se il cuore del Carroccio è in via Bellerio, periferia nord-ovest di Milano, in pieno centro c'è anche quello del Movimento Cinque Stelle, l'altro vincitore delle elezioni e possibile alleato di governo proprio della Lega. Già prima, ma ancora più dopo il «passo di lato» di Beppe Grillo, il ponte di comando del M5s è la Casaleggio Associati, la società ereditata da Davide Casaleggio figlio del co-fondatore, con sede in Via Gerolamo Morone, a pochi metri da piazza della Scala. Negli uffici della Casaleggio si svolgono le riunioni strategiche del M5s, ed è la Casaleggio a pilotare la linea politica poi messa in atto da Di Maio e soci a Roma, dove ha appena inviato l'ex dipendente della Casaleggio Associati e socio nella «Rousseau», Pietro Dettori, per controllare il lavoro dei deputati. Per meeting milanesi più affollati, se gli uffici della Casaleggio non bastano, si affitta un salone dell'Hotel Milano Scala poco lontano, in via dell'Orso, invece per le cene dell'Associazione Gianroberto Casaleggio in memoria del padre, come l'ultima con sfilata di candidati M5s, i grillini vanno al Memo ristorante, verso Viale Umbria. Questi i luoghi milanesi della galassia Casaleggio-M5s, mentre i ristoranti dove si attovaglia (come direbbe Dagospia) il nuovo potere leghista, sono quelli amati da Salvini. Oltre a due indirizzi tattici dietro via Bellerio, per gli hamburger (ma made in Italy) ci sono i ristoranti dell'amico Gianmarco Senna, imprenditore e leghista appena eletto in Regione Lombardia, e poi per il pesce - il piatto preferito di Salvini - la Risacca in viale Regina Giovanna o il Molo 13 in via Rubens, mentre per la tradizione milanese l'Osteria della Pesa in via Capecelatro (anche questa proprietà di Senna).

Ma al di là dei riti attorno al cibo c'è il potere. Milano diventa capitale politica anche se si guarda fuori dai due partiti di maggioranza relativa, Lega e M5s. Gli azzurri tradizionalmente ruotano attorno a Milano, con Arcore punto di riferimento per i summit più importanti. Da sempre lombardocentrica, sfumata l'elezione del milanese Paolo Romani a presidente del Senato, in campo è subentrata Mariastella Gelmini come capogruppo alla Camera: bresciana e coordinatrice lombarda di Fi. In Fratelli d'Italia, partito fortemente romanocentrico, è tornato alla grande Ignazio La Russa, un nome storico della destra milanese. E il Pd? Dopo l'oligopolio fiorentino (il giglio magico di Renzi, da Palazzo Chigi alle partecipate di Stato), anche tra i democratici si afferma il modello lombardo-milanese. Bergamasco, e già segretario regionale del Pd in Lombardia, è il nuovo reggente Maurizio Martina. Mentre un potenziale leader nazionale del Pd, anche se lui nega di pensarci almeno fino al 2021, è proprio Beppe Sala, sindaco di Milano. Da città motore economico del Paese, a nuovo baricentro politico, dopo gli intrighi romani e la sbornia fiorentina.

Non sarebbe una cattiva notizia.

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