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Berlino vieta il velo per le maestre

Il giudice dà torto a una islamica. La legge stabilisce la neutralità

Berlino vieta il velo per le maestre

Berlino - No al velo islamico per le maestre delle scuole elementari. Almeno non a Berlino. Lo ha ribadito il tribunale del lavoro della capitale tedesca dando torto alla maestra che aveva fatto ricorso contro la decisione della scuola dove ha insegnato per sole 24 ore. Assunta da un istituto di Spandau, nell'Ovest della città, la donna di fede islamica si era presentata a scuola indossando il chador. Nel Land di Berlino (la capitale ha dignità di città-Stato) la legge però stabilisce la neutralità religiosa delle istituzioni, della polizia, degli uffici e delle scuole elementari. Alle cui pareti non sono appesi crocifissi e i cui insegnanti devono astenersi dall'ostentare simboli religiosi, fra i quali, appunto, il velo islamico.

Dopo il primo giorno di lavoro, la donna musulmana contraria a scoprire il capo al pari delle sue colleghe è stata assegnata a una scuola media, dove ha finito per specializzarsi nelle classi di accoglienza, quelle cioè riservate ai rifugiati appena arrivati in Germania e alle prime armi con il tedesco. Protestando contro la presunta lesione della propria libertà religiosa, l'insegnante è ricorsa alla magistratura del lavoro, che però non le ha dato ragione. Secondo il giudice Arne Boyer la legge sulla neutralità dello stato prevale sul diritto a professare la propria fede. L'insegnante, al momento in congedo parentale, ha diritto di presentare appello.

La decisione presa nella capitale riapre però il dibattito su velo e istituzioni. Una battaglia al rimbalzo fra politica e magistratura. Lo stesso tribunale del lavoro di Berlino ha condannato nel 2017 una scuola a versare due mesi di stipendio a una candidata maestra, subito scartata in sede di colloquio perché indossava il chador. Ieri il sindaco-governatore, il socialdemocratico Michael Müller, ha detto di voler mantenere la legge sulla neutralità. Gli alleati Verdi nutrono dubbi sulla costituzionalità della stessa mentre la sinistra-sinistra (die Linke) non ha una posizione chiara in materia. Con il sindaco è anche Seyran Ates, una delle prima donne-imam nonché fondatrice della prima moschea egualitaria di Germania. È stata proprio l'avvocato Ates, nata in Turchia da genitori curdi e immigrata a Berlino all'età di sei anni, a rappresentare l'assessorato agli studi nel caso in questione.

A livello federale vige il divieto di coprire il volto, facoltà concessa solo ai pompieri durante gli incendi. Nel 2015 la Corte costituzionale federale ha detto di no alla messa al bando indiscriminata del velo, demandando ai 16 stati federati la produzione di leggi ad hoc. Dallo scorso aprile in Baviera vige il bando assoluto di portare simboli religiosi dentro le aule dei tribunali. Lo stesso governo di Monaco ha però disposto poche settimane fa che un crocifisso sia appeso in ogni edificio appartenente al Libero Stato di Baviera esclusi cioè gli uffici comunali e quelli federali.

La decisione ha provocato un'alzata di scudi, compresa quella del cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e presidente della conferenza episcopale tedesca.

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