Politica

Berlusconi all'opposizione: "Ma Matteo non ha tradito"

Il Cavaliere assolve l'alleato. E smentisce di aver detto: "Se vanno avanti quei due c'è il rischio patrimoniale"

Berlusconi all'opposizione: "Ma Matteo non ha tradito"

Astensione «critica», più che «benevola» o opposizione dura e pura contro il governo M5s-Lega? Tra falchi e colombe attorno a Silvio Berlusconi in questo momento sembrano prevalere i primi. Tra i quali ci sarebbero anche la figlia del leader di Forza Italia, Marina e il consigliere Gianni Letta. Mentre Fedele Confalonieri e Niccolò Ghedini sarebbero più cauti e possibilisti.

Per ora la parola d'ordine è «mani libere» ma raccontato che il Cavaliere sia in questo momento tentato dal voto contro il governo nascente. «Un'opposizione blanda ci ucciderebbe. Non esiste», spiega uno dei più vicini al leader.

Berlusconi ufficialmente non si pronuncia e a Milano, dopo la visita alla mostra dell'Antiquariato, alle domande sull'alleanza tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini risponde solo: «Vediamo come vanno le cose». Quando gli chiedono se ritiene un tradimento quello del leader della Lega, taglia corto: «Assolutamente no». Eppure, nel suo tour tra gli antiquari in esposizione, i cronisti captano uno sfogo: «Speriamo che questi due non vadano avanti, perché ci mettono la patrimoniale». Ma in serata lo staff del leader azzurro smentisce: La frase non è stata pronunciata nel corso della visita privata alla mostra e non corrisponde al pensiero del presidente».

C'è però un elemento molto importante. Berlusconi aspetta di vedere chi sarà il premier del futuro esecutivo giallo-verde, se sarà davvero «terzo» come sembra, oppure no. La sua posizione dipenderà molto dal nome prescelto. «Se la presidenza del Consiglio va a un esponente 5Stelle, va da sé che voteremo contro- spiega un esponente azzurro-, lo stesso se il premier terzo non dovesse far riferimento all'area di centrodestra. Certo, se fosse un leghista, sarebbe più difficile».

I toni degli azzurri di rango sono ora ben diversi da quelli con i quali Giovanni Toti, il governatore ligure di Fi vicino al Carroccio, preannunciava giorni fa l'«astensione benevola». Dice l'ex presidente del Senato Renato Schifani: «Non esiste un'astensione benevola. L'astensione significa mani libere e noi vogliamo avere le mani libere». Ma c'è anche, nella base parlamentare di Fi, una spinta forte e forse maggioritaria per il no alla fiducia, in modo da prendere le distanze decisamente dall'esecutivo grillini-leghisti. «Il partito - racconta Schifani - è ancora diviso sull'atteggiamento da assumere al voto di fiducia: una linea oltranzista vorrebbe votare contro, per evitare qualunque sospetto di ammiccamento per un governo che ha dentro i 5Stelle che non ci hanno voluto e hanno offeso Berlusconi più volte, e chi pensa di non partecipare al voto, come farei io personalmente».

Anna Maria Bernini, capogruppo a Palazzo Madama prende le distanze: «Se nasce, quello Lega-M5s, sarà un governo che non ci appartiene. Fi farà opposizione costruttiva, mai preconcetta, ma senza sconti». E su Facebook Mariastella Gelmini, presidente dei deputati azzurri, assicura: «Non voteremo la fiducia. Valuteremo di volta in volta i provvedimenti in Parlamento, e agiremo esclusivamente nell'interesse del Paese». Francesco Paolo Sisto spiega che su meno tasse e più sicurezza, rilancio dell'economia e dell'occupazione Fi collaborerà, ma sul reddito di cittadinanza c'è «scetticismo».

Maurizio Gasparri ricorda che in questi giorni si stanno facendo accordi nella coalizione sui candidati per le amministrative del 10 giugno.

«Non intendiamo sfasciare il centrodestra ma difenderne i contenuti e le priorità», assicura.

Commenti