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Berlusconi boccia il governo: "Sono bravi solo a litigare"

Il leader Fi vede nero: "Ora aumenteranno pure l'Iva, ci hanno fatto diventare ultimi per crescita in Europa"

Berlusconi boccia il governo: "Sono bravi solo a litigare"

Freme d'impazienza per tornare in scena, Silvio Berlusconi. E malgrado le raccomandazioni dei medici che lo vorrebbero a riposo dopo l'operazione che l'ha tenuto in ospedale fino a lunedì, già stasera si farà intervistare da Bruno Vespa a «Porta a porta», in collegamento dall'ufficio a villa San Martino.

Ma il suo messaggio lo anticipa sui social, sempre più duro verso l'esecutivo gialloverde. «Questo governo - scrive su Facebook il presidente di Forza Italia-,sa solo litigare, ci ha portato ad essere l'ultimo Paese per crescita in Europa e si avvia ad un prossimo e inevitabile aumento delle tasse».

I più recenti dati economici e le allarmanti previsioni della Commissione Europea sono stati solo l'ultima conferma di quello che il leader azzurro ripete da settimane e ora la sua preoccupazione è ai massimi livelli. «Hanno già chiesto un sacrificio ai pensionati bloccando l'indicizzazione delle pensioni - dice-, ora aumenteranno l'Iva sui prodotti che tutti comperiamo. Il conto lo pagheranno gli italiani dal momento che questi aggravi peseranno sui conti delle famiglie per oltre 500 euro all'anno». Dunque serve una svolta, in Italia e in Europa e Berlusconi sottolinea che quello a Fi «è l'unico voto utile per cambiare le cose». L'attacco a Lega e M5S, che «ci hanno portato a essere gli ultimi per crescita in Europa», il Cavaliere lo lancia anche su Twitter.

Della villa di Arcore ha fatto il quartier generale della sua campagna elettorale, da lì manda le direttive ai dirigenti del partito e gli eurocandidati, si confronta con loro che in giro sul territorio raccolgono gli umori della gente. Studia soprattutto il dossier sul Piemonte, perché lì il 26 maggio oltre al voto per europeo ci sarà quello per l'amministrazione regionale e il candidato-governatore è il parlamentare europeo uscente di Fi Alberto Cirio. Ieri ha incontrato il coordinatore piemontese Paolo Zangrillo, con lui ha studiato la campagna elettorale nella regione e gli ultimi sondaggi, che vedono il centrodestra in testa. Al fianco di Cirio e degli altri candidati piemontesi Berlusconi aveva progettato di andare in uno dei principali eventi nelle 4 circoscrizioni in cui è capolista (tutte tranne il centro, dove guida il presidente del parlamento europeo e numero due di Fi, Antonio Tajani) e non ha rinunciato.

Certo, uno dei coinvolti nelle ultime inchieste giudiziarie è piemontese, il deputato e vicecoordinatore regionale Diego Sozzani e Berlusconi ha voluto che subito ci fosse un'autosospensione temporanea dagli incarichi di partito sua e dei due arrestati, il sottosegretario della Lombardia e vicecoordinatore regionale Fabio Altitonante e il consigliere comunale milanese e candidato alle europee Pietro Tatarella. La linea di Fi rimane garantista, in contrasto con il giustizialismo 5s, ma per disinnescare la bomba il leader ha voluto dare un segnale chiaro, pur sottolineando che «vale sempre la presunzione di non colpevolezza». Quella del 26 maggio è la battaglia decisiva e non ci devono essere ombre sul Fi. «La grande riforma da fare è quella del ritorno alla politica - dice Tajani intervistato a #PoliticaPresse -,che dev'essere protagonista rispetto alla burocrazia. Per questo servono dei grandi leader e Berlusconi si candida».

Spiega che il voto ai partiti sovranisti «non cambierà assolutamente nulla», al contrario di quello a Fi, unica forza nella «grande famiglia del Ppe che determina tutte le scelte e le alleanze nel Parlamento Ue».

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