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Berlusconi smonta il dl Dignità: "A rischio un milione di posti"

Il leader di Fi: penalizza le aziende e favorisce il "nero" Tajani: saremo riferimento di giovani e piccole imprese

Berlusconi smonta il dl Dignità: "A rischio un milione di posti"

Il governo «Conte-Di Maio-Salvini ha mostrato il suo vero volto», quello della «sinistra dirigista». A svelarlo è stato il decreto dignità che è un «male» per imprese, famiglie, lavoratori.

Silvio Berlusconi esce allo scoperto per criticare il primo vero atto ufficiale dell'esecutivo giallo-verde in tema economico. Il leader di Forza Italia si dice «molto preoccupato» per gli effetti del decreto che prevede tra le altre cose una stretta sui contratti a termine. Ma dice anche che la legge fortemente voluta dal ministro Luigi Di Maio «forse è un bene». Perché «apre gli occhi a quanti fino ad oggi si erano illusi, anche fra gli elettori del centrodestra».

L'attacco del leader di Forza Italia è arrivato attraverso una lettera al Corriere della Sera ed è la conferma che gli azzurri intendono dare battaglia sui temi economici per fare emergere le contraddizioni del governo sulle scelte fondamentali per il futuro del Paese.

Berlusconi ricorda che ci sono 15 milioni di italiani in condizioni di povertà, dei quali quasi 5 milioni in povertà assoluta, tre milioni di giovani che non studiano e non lavorano, tre milioni di anziani che rinunciano a cure mediche indispensabili perché non se le possono permettere.

In molti si sono rivolti ai M5S e Lega «proprio perché speravano che facessero qualcosa». Con il decreto dignità «la prima risposta è arrivata, e non solo non risolve nulla», ma «aggrava le difficoltà di famiglie e imprese». Il riferimento di Berlusconi è alle novità introdotte in tema di lavoro. In particolare alla stretta sui contratti a termine, che rischia di penalizzare settori trainanti dell'economia italiana ed è stata criticata dalle associazioni delle imprese. Con il decreto «si riducono i posti di lavoro, e si scoraggiano i contratti regolari a vantaggio del lavoro nero».

Berlusconi quantifica il danno: «Un milione di contratti che stanno per essere rinnovati ora sono a rischio e per quasi la metà si tratta di giovani». Il risultato sarà quindi «più disoccupati e più sfruttati: non è certo quello che vogliono i giovani del Sud senza lavoro, ma non è neppure quello che si aspettavano le piccole e medie imprese del Nord che hanno dato fiducia al programma del centrodestra».

Questo ultimo riferimento è alla Lega. Un richiamo che assume un valore particolare alla vigilia del passaggio parlamentare del decreto. Il partito di Matteo Salvini ha già annunciato emendamenti e la stessa Forza Italia si è fatta promotrice di iniziative sul fisco che non potranno non trovare d'accordo la Lega, come la flat tax per i professionisti. Oppure come il taglio del cuneo fiscale, citato dallo stesso Berlusconi. Un altro elemento di contrapposizione è il ritorno dei voucher per i lavori occasionali. Forza Italia darà battaglia su questo punto, ha confermato Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia: «Vogliamo essere il primo punto di riferimento di giovani e della piccola e media impresa».

La lettera ha raccolto critiche soprattutto dai 5 stelle.

«Berlusconi preoccupato per il Dl Dignità? Forse perché abbiamo tutelato gli interessi delle fasce più deboli e non delle lobby», ha twittato Di Maio.

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