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Il blitz del governo sulla Corte dei conti Scoppia la protesta dei magistrati di carriera

Infornata di politici nell'organo di controllo, in vista una pioggia di ricorsi

Il blitz del governo sulla Corte dei conti Scoppia la protesta dei magistrati di carriera

Roma Un'infornata mai vista nella storia della Corte dei Conti. Dodici magistrati nominati dal Consiglio dei ministri («solo» 11 confermati), a pochi mesi dall'ascesa di altri otto giudici. Scelti dal governo come guardiani dei conti pubblici, controllori di carriere e leggi. Soprattutto di quelle decise dallo stesso esecutivo. La novità è di qualche settimana fa, ma è passata un po' in sordina. Il Consiglio dei ministri del 15 agosto ha votato e approvato la nomina dei consiglieri di presidenza della Corte dei conti dentro la quota «di spettanza governativa».

Si diventa infatti magistrati contabili attraverso il concorso, ma anche per decreto di Palazzo Chigi, come succede per il Consiglio di Stato. I consiglieri sono 70 e la metà sono proposti dagli esecutivi, che, di volta in volta, provvedono a riempire la loro quota inserendo piccole pattuglie di personalità dotate di una professionalità adatta ai compiti della Corte, anche se acquisita sul campo.

Ma ora qualcosa è andata per traverso. Con un unico provvedimento il governo ha nominato Gian Luca Calvi, Fabia D'Andrea, Marcello Degni, Alessandro Forlani, Giampiero Maria Gallo, Giancarlo Carmelo Pezzuto, Maria Laura Prislei, Rossana Rummo, Alfonso Sabella (nomina poi ritirata), Silvia Scozzese, Alberto Stancanelli e Marco Villani. E ha innescato la protesta dei giudici entrati per concorso. Una reazione simile a quella dei magistrati amministrativi quando al Consiglio di Stato è stata nominata Antonella Manzione, fedelissima di Matteo Renzi, a capo della commissione sul codice appalti.

Si tratta, denuncia un documento dell'Associazione magistrati Corte dei conti, «del maggiore numero mai entrato in servizio contestualmente che, sommato agli otto nominati nel 2016, segna un'incidenza molto significativa. Basti pensare che negli ultimi tre anni hanno preso servizio soltanto undici referendari vincitori di concorso. E il prossimo concorso, bandito nella primavera del 2017, si concluderà bene che vada a fine 2018». I magistrati vedono il rischio che si consolidi un «canale di reclutamento alternativo a quello concorsuale». E annunciano un ricorso contro le nomine, che partirà dalla richiesta dei curriculum dei nuovi consiglieri. Non tutti Doc. Tra i nomi conosciuti, quello dell'ex parlamentare Udc Alessandro Forlani, figlio del leader Dc Arnaldo. Scozzese, dirigente dell'Anci (l'associazione dei comuni), ex assessore al bilancio della giunta di Roma di Ignazio Marino. Alberto Stancanelli, capo gabinetto di molti governi di centrosinistra. L'associazione non ha potuto consultare i curriculum dei nuovi consiglieri, già assegnati alle rispettive sedi e compiti.

Ma l'intenzione è di richiedere l'accesso agli atti delle nomine.

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