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Il candidato leghista in pole per l'Istat: "In Italia non c'è posto per altri migranti"

Blangiardo: "Non ho paura di parlare di porte chiuse ed espulsioni". E poi stronca la tesi secondo cui i migranti ci pagano la pensione: "Boeri vuole contribuenti"

Il candidato leghista in pole per l'Istat: "In Italia non c'è posto per altri migranti"

"Mi ha chiamato il ministro della Funzione pubblica, ho dato la mia disponibilità e ci siamo incontrati". Adesso Gian Carlo Blangiardo, 70enne ordinario di Demografia a Milano Bicocca, collaboratore di Ismu, Censis e Conferenza episcopale, in pole position per succedere a Giorgio Alleva alla guida dell'Istat, sta tornando in treno sul Lago Maggiore e aspetta ("con grande serenità") quello che decideranno le istituzioni. "È molto probabile che mi debba trasferire a Roma...".

Esperto di flussi migratori e politiche per la famiglia, Blangiardo è stato intervistato oggi sia dalla Stampa sia dal Messaggero e ha affrontato il tema dell'emergenza immigrazione. "Qui non ci stanno: è un dato di fatto - spiega al quotidiano torinese - bisogna togliere a tanti poveri disgraziati l'idea che la soluzione dei loro problemi sia indebitarsi per infilarsi su una barca o attraversare il deserto rischiando la vita". Per Blangiardo gli immigrati ha il dovere di sapere che, "dopo mille sacrifici, rischiano di trovarsi di nuovo alla casella di partenza". Al quotidiano romano garantisce che, se dovesse approdare all'Istat, resterà autonomo: "Sono quarant'anni che mi occupo di statistica. Quindi, nel caso, sarebbe mia intenzione mantenere una posizione equilibrata, muovermi nel modo più realistico possibile". Detto questo, non ha alcuna paura di parlare di "espulsioni e porte chiuse". Come non si fa alcun problema a confrontarsi con il numero uno dell'Inps, Tito Boeri, secondo cui gli immigrati servono a pagarci le pensione. "Boeri vuole contribuenti e lo capisco - replica dalle colonne della Stampa - a oggi più che puntare a farci pagare la pensione dagli immigrati dovremmo aumentare l'occupazione femminile, che in Italia è ancora bassissima - continua - siamo distanti dieci punti percentuali dagli altri Paesi europei".

Blangiardo è fortemente scettico anche sullo ius soli proposto a più riprese dalla sinistra. "L'articolo 14 della legge attuale dice che se papà e mamma diventano italiani i figli minori lo diventano automaticamente - spiega - vado a memoria, ma nel 2016 erano 74mila ragazzini. E comunque al bambino di avere in tasca il passaporto italiano non gliene frega niente - continua - noi dobbiamo garantire la parità de facto, al di là del passaporto. Il Parlamento ha votato una legge che permette a tutti i ragazzini, italiani e stranieri, di partecipare alle attività delle associazioni sportive. Questa è una conquista di civiltà che a me piace moltissimo". Quindi ricorda la più grande bufala statistica lanciata prima dell'approvazione della legge sull'interruzione di gravidanza: "Si diceva che ogni anno in Italia morivano 30 mila donne per aborto - conclude - una scemenza.

Le morti legate alla gravidanza, non solo per aborto, erano alcune centinaia".

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