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"Congressi e giovani, Forza Italia ritornerà punto di riferimento"

Il neo vicepresidente Tajani: "Non siamo finiti, dal Sud parte il rilancio. Toti? Lo coinvolgerò"

"Congressi e giovani, Forza Italia ritornerà punto di riferimento"

Allora, vicepresidente Antonio Tajani... «Ecco sì, sono stato degradato», scherza il numero uno del Parlamento europeo. È lui che Silvio Berlusconi ha scelto, in un momento difficile per Forza Italia, per affiancarlo nel rilancio del partito, dentro un centrodestra che vede l'alleato della Lega prevalere e governare insieme ai vituperati 5Stelle. Sembra molto carico, Tajani, all'uscita dal pranzo a Palazzo Grazioli con il leader e i suoi più stretti consiglieri.

Già operativo?

«Sono operativo da giovedì, quando Berlusconi mi ha chiamato per annunciarmi la nomina mentre tornavo da Strasburgo. Ho già visto Adriano Galliani, che guiderà i capi dei nuovi Dipartimenti e sto andando nella sede del partito per confrontarmi con i dirigenti. Ascolterò tutti. Vecchi e giovani, senza rottamare nessuno. E continuerò a stare sul territorio per raccogliere consensi. Perché prima di essere vicepresidente sono un militante di Forza Italia, dal 1994».

Il primo messaggio che lancia nel suo nuovo ruolo?

«Forza Italia non è finita, non è una candela che si sta spegnendo. Inizia una stagione nuova, quella delle porte spalancate alla società civile, ai giovani disoccupati, agli imprenditori in crisi, ai poveri, ai terremotati. Vogliamo dare risposte serie, non facili promesse impossibili da mantenere».

Prossimo obiettivo?

«Ci prepariamo alla sfida delle europee, con Berlusconi candidato e rivendicando la presidenza dell'Europarlamento, per avere risultati migliori dell'ultima volta».

Lei ha annunciato che si ripresenterà e Berlusconi, dunque, è deciso a candidarsi?

«Sono convinto che lo farà, è politicamente giusto. Dimostrerà che è vincente, dopo le ingiustizie subite quando è stato estromesso dal Senato. E con lui in campo Forza Italia riacquisterà il peso di una volta e si rinnoverà. Siamo tutti impegnati su questo. È la gente che ce lo chiede».

Le parole-chiave del rilancio di Forza Italia?

«Quelle dei nostri valori fondativi: libertà, dignità della persona, liberalismo, sussidiarietà, radici cristiane. Abbiamo un progetto per l'Italia, una strategia per realizzarlo. Crediamo nell'unità nazionale e siamo europeisti, pur combattendo la burocrazia europea. Vogliamo partire dal Sud, con un progetto per creare infrastrutture, con 20 miliardi, tra fondi Ue, Cdp, Banca europea d'investimenti, fondi pensioni, banche. Altro che reddito di cittadinanza, serve restituire dignità alla gente. Forza Italia è il punto di riferimento dell'Italia che produce, quella dei diritti ma anche dei doveri».

Che cambierà nel partito?

«Puntiamo su un maggiore coinvolgimento degli eletti, degli iscritti, dei simpatizzanti. Mi ha appena chiamato, ad esempio, il sindaco di Venezia Brugnaro, per complimentarsi. Noi lavoriamo per aggregare e c'è uno spazio al centro da occupare. Allargheremo la partecipazione di tutti, faremo i congressi, supereremo la fase commissariale e riprenderemo ad eleggere i rappresentanti comunali e provinciali».

Tanti ora dicono che lei è la «persona giusta», ma qualche malumore c'è. Giovanni Toti, ad esempio, ha una linea diversa, filoleghista, per il partito unico.

«L'ho chiamato, era in conferenza stampa ma ci sentiremo presto. Mi sembra giusto coinvolgerlo in questo rilancio, sta facendo bene in Liguria e personalmente ho un buon rapporto. Poi ognuno ha le sue idee. Al partito unico, però, non abbiamo mai pensato».

Riaffermare l'identità di Forza Italia vuol dire differenziarsi dalla Lega di Matteo Salvini?

«Essere alleati non significa essere uguali e tra di noi c'è una sana concorrenza. Io credo nell'unità del centrodestra. Salvini ha fatto la sua scelta, ma sono convinto che tornerà a casa. Capirà che siamo noi i suoi alleati naturali, non Grillo. Lega e M5S hanno visioni opposte e questo governo è contronatura. Ora è facile e gratis urlare sull'immigrazione, ma quando si tratterà di economia e si dovrà scegliere tra reddito di cittadinanza, flat tax e riforma della Fornero? Tutto non si può fare, saltano i conti. E se un governo non mantiene le promesse, perde la fiducia dei cittadini».

In Europa come giudicano la svolta sull'immigrazione?

«L'Italia è isolata, i Paesi di Visegrad l'hanno usata per impedire passi avanti. Ma la chiusura delle frontiere interne provocherebbe un danno enorme, si dovrebbe spingere per ripartire le quote in Europa. Bisogna avere una strategia. Tra poco andrò in Libia e in Niger, con imprenditori che vogliono investire lì.

Serve un Piano Marshall per l'Africa e servono i fondi Ue».

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