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Democratici nel caos: il volto nuovo è Di Pietro

L'ex pm gela chi lo vuole candidato alla presidenza della Regione: "No grazie, resto in campagna"

Democratici nel caos: il volto nuovo è Di Pietro

Roma - Il caos nel centrosinistra sembra non finire mai. E adesso è psicodramma anche su Antonio Di Pietro. Matteo Renzi l'aveva giurato: «Finché sarò io il segretario, quello lì nel Pd non ci mette piede!». Detto, fatto. Sommerso dalla valanga del 4 marzo, il leader pidino si appresta a uscire dalla porta del Nazareno mentre dalla finestra ecco fare capolino la sagoma di «Tonino». Il governatore uscente, il pd Paolo Frattura, infatti, ha rifiutato di correre per un assai improbabile secondo mandato. E quindi, a 67 anni, l'ex pm doveva ripartire dal «suo» Molise, candidandosi come governatore sostenuto da una coalizione di centrosinistra. Ma all'ultimo momento Di Pietro fa un passo indietro. «No grazie», ha detto l'ex pm di Mani pulite ieri sera in un intervento telefonico alla trasmissione Moby Dick su Telemolise. «No grazie - ha risposto Di Pietro a una domanda sulla candidatura - sono arrivato da poco (a Montenero di Bisaccia, suo paese natale, ndr) per potare l'olivo e devo sistemare la campagna».

Secondo indiscrezioni Di Pietro aveva comunicato già nel pomeriggio il suo rifiuto motivandolo con la sensazione di non sentire la piena fiducia di Leu. Un aspetto smentito dai vertici dell'Ulivo.2, come ribadiranno al tavolo della coalizione che oggi a Campobasso. Il centrosinistra con Di Pietro candidato presidente doveva essere una specie di Ulivo alla molisana che doveva rendere la vita difficile alle coalizione che partono favorite: centrodestra e Cinquestelle. Questi ultimi hanno celebrato nei giorni scorsi le loro «regionarie» online, dalle quali sono emersi sia il nome di Andrea Greco per la presidenza, sia la lista dei candidati consiglieri. Laureato in giurisprudenza, 33 anni, Greco era consulente giuridico del gruppo consiliare e sarà il più giovane candidato governatore della storia molisana. Nonostante il formidabile risultato ottenuto alle Politiche e le grandi città da tempo a guida grillina, al Movimento manca il successo in una regione (pur essendo ormai M5s primo non solo in tutte le regioni del Sud, ma anche in Piemonte, Emilia-Romagna, Liguria e Valle d'Aosta). L'occasione giusta potrebbe così essere questa del Molise, le cui elezioni sono state rinviate - in maniera assai singolare - al 22 aprile prossimo.

Tornando al centrosinistra, dato il rifiuto dell'uscente Frattura, la coalizione si era visto costretto ad affidarsi a uno dei suoi figli più celebri, l'ex pm. Che in un primo momento sembrava aver spuntato il «sì» convinto anche da Liberi e uguali (uscita con le ossa rotte dalle elezioni), che pure non aveva voluto candidarlo alle Politiche. Fallisce, quindi, il ritorno in politica per il quale il popolare Tonino le aveva tentate tutte. Anni fa cercando di cavalcare l'onda M5s, ma i suoi buoni rapporti con Beppe Grillo (e la Casaleggio Associati) si erano liquefatti. E poi aveva bussato alla sua vecchia «compagnia di giro» composta da Pier Luigi Bersani e Massimo D'Alema.

Ma, almeno per ora, invano.

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