Politica

La fronda Pd "tenta" i cespugli a sinistra

Orlando & Co. puntano su Gentiloni per riavvicinare Mdp e frenare Grasso

La fronda Pd "tenta" i cespugli a sinistra

Pietro Grasso è il sogno. Paolo Gentiloni l'usato sicuro. Nel centrosinistra risalgono le quotazioni del premier per la guida della coalizione alle politiche. Il presidente del Consiglio è la carta vincente per ricucire lo strappo tra Pd e Mdp, allontanando le tentazioni grilline dei bersaniani. Un sondaggio, realizzato da Index Research per la trasmissione Piazzapulita, assegna al capo del governo l'indice di gradimento più alto (17%) tra i papabili leader del centrosinistra: Grasso è al secondo posto con il 15 mentre Matteo Renzi è terzo con il 14. Gentiloni potrebbe giocare un ruolo decisivo dalla stanza di Palazzo Chigi per la ricomposizione dell'alleanza.

Lo schema si articola in mosse: leadership, coalizioni e legge di bilancio. Il premier con l'approvazione della manovra ha l'occasione di compiere il primo passo per riaccreditarsi nel mondo di Mpd, dopo lo strappo per la fiducia posta dal governo sulla legge elettorale. Un passo che deve trasformarsi in azioni concrete. Partendo dalla riapertura del dialogo tra governo e sinistra su abolizione del superticket e lavoro. L'appoggio alla linea Gentiloni in casa dem arriva dalla minoranza, che ha elaborato due documenti, uno dal contenuto politico da sottoporre alla direzione nazionale che si riunisce domani, l'altro per la legge di bilancio che raccoglie le richieste di Mdp. La mossa di Andrea Orlando, Gianni Cuperlo e Cesare Damiano punta a mettere il segretario Renzi con le spalle al muro e costringerlo alla trattativa su due fronti: ridiscussione della legge di bilancio e centrosinistra largo. Il documento recepisce i punti salienti di un altro documento approvato nella direzione di Mdp, che avvia il percorso di unificazione dei partiti di sinistra. Percorso che si concluderà il 2 dicembre a Roma, quando Mdp, Sinistra Italiana e Possibile annunceranno la nascita della lista di sinistra che parteciperà alle prossime elezioni. Unità suggellata ieri con una nota congiunta dei tre leader, Nicola Fratoianni (Sinistra italiana), Roberto Speranza (Mdp) e Pippo Civati (Possibile): «Vi diamo appuntamento sabato 2 dicembre a Roma per una grande assemblea popolare insieme ai delegati e alle delegate che verranno eletti/e democraticamente i prossimi 25 e 26 novembre».

La carta Gentiloni serve a neutralizzare l'ascesa di Grasso. Ma soprattutto a bloccare il piano del presidente del Senato di tentare un convergenza politica (rifiutata da Beppe Grillo) con il M5s. Grasso, reduce dalla polemica con il Pd, non rinuncia all'ambizione di guidare la lista di sinistra, anche se dal fronte Mdp l'entusiasmo iniziale è dato in calo. Francesco Laforgia, capogruppo alla Camera di Articolo Uno Mdp frena sulla leadership: «Grasso è ancora, per fortuna, la seconda carica dello Stato. Noi non tiriamo per la giacchetta nessuno». Fuori dalla partita, complice i ripetuti tentennamenti, è Giuliano Pisapia che oggi riunisce a Roma Campo progressista, provando a rientrare in gioco.

Ma senza il posto di titolare.

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