Cronache

I bolidi elettrici alla conquista della Capitale. Bagno di folla e successo per il primo E-Prix

Tra i monumenti dell'Eur la spunta Sam Bird. E la Raggi annuncia: si replica

I bolidi elettrici alla conquista della Capitale. Bagno di folla e successo per il primo E-Prix

Roma - Il motore elettrico, come sostengono dal Campidoglio, sarà davvero la soluzione ai problemi che affliggono la Capitale? Di sicuro, l'E-Prix andato in scena ieri, per Roma, ancora amareggiata dalla disdetta olimpica, rappresenta una rivincita. E, almeno per un giorno, c'è da esser orgogliosi della propria città. La prima del Paese ad aver aperto le porte alla Formula E, il primo campionato delle vetture completamente elettriche, lanciato nel 2014.

L'attenzione mondiale è tutta sull'Eur, immaginato negli anni Trenta proprio nel segno dell'innovazione. Alle 16 il clima è incandescente, i biglietti (30mila) sono già esauriti da un pezzo, occhi e riflettori puntano sul nastro di partenza, dove le 20 monoposto sono pronte a darsi battaglia, divorando i 2.840 metri del circuito cittadino. Tra la folla ci sono tante facce note, l'imprenditore Flavio Briatore, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis (che sta accarezzando l'idea di replicare la gara a Napoli), il patron del Coni Giovanni Malagò, la conduttrice Simona Ventura. Le attrici Sienna Miller e Michelle Yeoh, Alberto II di Monaco e la duchessa di York Sarah Ferguson. Anche la politica è in prima fila. Non c'è solo Virginia Raggi, ma anche il premier M5s in pectore Luigi Di Maio che, per l'occasione, ha riposto il completo d'ordinanza e scelto un look decisamente più informale. Poco prima dell'inizio elogia le prestazioni eccezionali dei bolidi. Un attimo dopo, però, è di nuovo lì. Al centro dei suoi pensieri c'è sempre Palazzo Chigi: «Vogliamo far vedere al mondo che siamo capaci di fare delle grandi cose». Avvistati anche Giorgia Meloni, Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli.

E pensare che è nato tutto per scommessa, una sera, attorno a un tavolo. Era il 2011, e Alejandro Tarik Agag Longo, oggi presidente della Formula E, sta discutendo con Jean Todt, presidente della Fia, e Antonio Tajani, all'epoca commissario europeo all'industria, su come avvicinare l'opinione pubblica alla sostenibilità ambientale delle auto elettriche. In un baleno pensano all'unisono a un Mondiale elettrico che non può non passare da Roma. Ma il dialogo con le amministrazioni è segnato da aperture e lunghe chiusure. E così si arriva ai giorni d'oggi, con l'esordio della Capitale, protagonista del settimo appuntamento della quarta stagione dell'E-Prix. Insomma, Roma, l'Italia ci sono. Rappresentate da Luca Filippi, nato 32 anni fa nel Cuneese, e approdato all'elettrico dalla Formula 1. Ha promesso che farà di tutto per vincere, ma alla fine si piazza al tredicesimo posto. A primeggiare è ancora il britannico Sam Bird su Ds Virgin, che conquista il secondo, sofferto successo stagionale. «È stata una gara estremamente difficile e senza quell'errore credo che avrebbe vinto lui», ammette Bird, riferendosi al favorito Felix Rosenqvist, costretto al ritiro dopo aver impattato su un cordolo. Lucas Di Grassi, il brasiliano che corre su Audi, si piazza un gradino più in giù. Il terzo posto, invece, è di Andre Lotterer su Techeetah. L'evento è stato un successo. Tanto che Agag annuncia: «La Formula E per i prossimi 5 anni a Roma». La Raggi parla di un «protocollo di lunga durata» e conferma: «È sbocciato un amore».

Ma con chi cerca di sapere qualcosa di più non si sbottona: «I dettagli dell'accordo ve li sveleremo via via, ma abbiamo questo annuncio bello da fare a tutta la città».

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