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I militanti bocciano Salvini "È un falso, c'è solo San Luigi"

Lo stop alla Lega: «Solo un matrimonio d'interesse La prossima volta tornino con il centrodestra»

I militanti bocciano Salvini "È un falso, c'è solo San Luigi"

Roma Mancano ancora più di due ore all'arrivo di Luigi Di Maio sul palco. Ma, a un certo punto, a prendersi la scena è un attivista siciliano che esibisce un cartello, abbandonandosi alla vanità delle luci dei flash di fotografi e curiosi. La scritta recita: «40% punto e basta». «Ho portato questo messaggio - dice - perché noi in un futuro dovremmo governare da soli, noi siamo alternativi alla Lega, spero che la prossima volta vadano col centrodestra e noi da soli dobbiamo arrivare al 40%». Mentre tra la sabbia, il prato e gli stand, sgattaiolano i parlamentari al gran completo, da Emilio Carelli e Gianluigi Paragone, ai capigruppo di Camera e Senato Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli, il messaggio dell'attivista siciliano sembra essere molto condiviso dalla «base» grillina.

Quello con la Lega di Salvini è un «matrimonio d'interesse» spiega un militante di Aprilia, provincia di Latina. Antonio, da Napoli, precisa: «Salvini è un falso, io credo solo in San Luigi». Il mantra suona così: «La stella polare è solo il contratto di governo, Salvini deve rispettare il contratto, noi e la Lega siamo alternativi». Clara, anche lei dalla provincia di Napoli, dice di avere sempre votato a sinistra e, prima del M5s, per l'Italia dei Valori. Poi attacca: «Non mi piacciono i suoi modi, Salvini fa leva sulla paura, lui ha bisogno di un nemico: prima erano i meridionali, ora sono gli immigrati». «Noi il condono non lo mandiamo giù - è il messaggio fatto recapitare al Capitano da Bonaria, attivista pesarese - a me Salvini non piace». Al Circo Massimo, la «base» proviene quasi tutta da una militanza di sinistra delusa. Votavano per il Pci, i Ds, anche il Pd oppure i Radicali e l'Idv. Leggevano Repubblica da sempre, poi sono passati a comprare Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio: «L'unico giornale libero - è il coro ripetuto - a Repubblica scrivono solo fregnacce».

La maggioranza di loro non sopporta Salvini «per la sua arroganza», molti altri non condividono le politiche economiche della Lega, quasi nessuno si fida di lui. L'unico riferimento è il «contratto», evocato continuamente nei capannelli di attivisti che si aggrappano a Di Maio e alla sua «sincerità». All'ingresso del gazebo sulle politiche europee, troneggia il simbolo di Efdd, a Bruxelles gruppo del M5s, di cui fa parte il partito del populista britannico Nigel Farage. Lì davanti c'è chi ipotizza «un prossimo M5s europeo» e riferisce di «contatti con la Romania e la Bulgaria». Ma la sintesi la fornisce Alfredo, dalla provincia di Lecce: «Io ero 5 Stelle pure quando ero di sinistra».

DDS

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