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Il leader Pd tra due fuochi E la sua spina è lo ius soli

Renzi assediato: la Bonino chiede di cambiare sui migranti, ma Gentiloni difende lo stop agli sbarchi

Il leader Pd tra due fuochi E la sua spina è lo ius soli

I us soli e testamento biologico da realizzare in questo scorcio di fine legislatura. Riforma della Bossi-Fini e decisa inversione di marcia sulle politiche migratorie, cominciando dalla cancellazione del patto «inaccettabile» (come lo ha definito Emma Bonino) siglato con la Libia. Sono queste le richieste che la stessa Bonino e il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova metteranno domani sul tavolo quando incontreranno il segretario del Pd Matteo Renzi, subito prima della direzione nazionale. Richieste che rappresentano il presupposto per un eventuale accordo. L'alleanza elettorale tra Forza Europa e Pd appare quindi sempre più vicina anche se i paletti fissati dall'ex ministra degli Esteri radicale comportano un deciso cambio di rotta per il Pd, rispetto alle politiche di gestione dei flussi migratori.

Su questo fronte Renzi è sottoposto alla duplice pressione di Forza Europa da un lato e della sinistra Mdp dall'altro. Entrambi gli schieramenti spingono nella direzione di una maggiore apertura anche verso la collaborazione con le Ong per il recupero dei migranti in mare oltre che sul fronte politico per un'accelerazione della riforma della cittadinanza agli stranieri.

«Mi pare evidente che il Pd deve rivedere le sue posizioni in materia di immigrazione», afferma la Bonino intervistata da Repubblica. Una decisa bocciatura della svolta estiva di Renzi sugli sbarchi contrassegnata dallo slogan «aiutamoli a casa loro». Svolta condivisa con il governo che ha appunto siglato quell'«inaccettabile» patto con la Libia dal quale è conseguita una diminuzione degli sbarchi, orgogliosamente rivendicata dal ministro dell'Interno, Marco Minniti. «Credo che ci sia ben poco da essere contenti e sbandierare quel meno 30 per cento negli sbarchi come un successo», taglia corto la Bonino che denuncia: «Ne sbarcano di meno perché ne muoiono di più».

Dichiarazioni apertamente in contrasto con quanto affermato ieri dal premier Paolo Gentiloni. «L'Italia è l'unico Paese che ha una politica sui fenomeni migratori decente in Europa - ha detto Gentiloni - Siamo orgogliosi da questo punto di vista, non alziamo muri e non chiudiamo porte, lavoriamo per combattere i trafficanti». Mentre il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha osservato che «i flussi dipendono da come i libici lavorano. Non nascondiamoci, questa è la realtà: se ne arrivano di meno è perché li fermano là in condizioni disumane». Affermazioni sovrapponibili a quelle della Bonino. Insomma la linea politica di cui si autocompiace Gentiloni rappresenta un problema per le future alleanze elettorali di Renzi e soprattutto appare in netto contrasto con quelle che saranno le richieste di Forza Europa, una «cosa» che può raccogliere oltre ai radicali della Bonino anche verdi, esponenti di area prodiana e movimenti di base. Della Vedova sottolinea che «con il Pd spesso ci sono convergenze importanti» ma pure «posizioni diverse» sul sistema pensionistico ad esempio e soprattutto sui migranti. E su questo punto Della Vedova mette nero su bianco su Facebook quelle che saranno le richieste che condizioneranno l'alleanza: prioritaria la riforma della legge Bossi-Fini mentre «per il testamento biologico e lo Ius soli temperato bisogna fare uno sforzo in questo fine legislatura perché non si arenino».

Sulla legalizzazione della cannabis infine osserva che «si è persa un'occasione storica».

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