Rosso Malpelo

L'egemonia rossa è morta, ma la nevrosi resta

L'egemonia rossa è morta, ma la nevrosi resta

Ci fu un tempo in cui la sinistra comunista era veramente egemone nella cultura italiana. L'egemonia era nata col fascismo che, incredibile ma vero, conteneva quel che poi sarebbe stato il Pci di Palmiro Togliatti.

Il partito egemone di sinistra stabilì per decenni quali fossero i film, i romanzi, i poeti, i pittori, gli attori degni del certificato di esistenza in vita. Tutti gli altri erano sdegnosamente confinati in un cono d'ombra e di disprezzo. Da questa supremazia, in parte giustificata dalla qualità, nacque e si sviluppò la grandissima spocchia, anzi il razzismo ariano degli intellettuali di sinistra. Poi, così come del gatto di Cheashire nelle avventure di Alice rimase soltanto una dentiera, dell'egemonia culturale di sinistra rimase soltanto la spocchia genetica. Non si deve mai dimenticare che Stalin cominciò la seconda guerra mondiale dalla parte di Hitler, sostenuto dallo spudorato consenso degli intellettuali comunisti di tutto il mondo, salvo quelli americani.

L'egemonia è morta ma restano ridicole eruzioni di rabbia psicosomatica. Gli ex egemoni vivono come una nevrosi post traumatica la marcia trionfale di Salvini fingendo di non sapere che musica e arrangiamento di quella marcia è opera loro.

È il frutto della paura che hanno inoculato negli italiani pur di saziare il proprio narcisismo di falsi buoni, mentre sono ormai solo scarti, cassonetto giallo della differenziata tossica.

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