Politica

M5s fa festa senza numeri «Noi pilastri della legislatura»

Il Movimento primo partito a cavallo del 30 per cento Saranno ago della bilancia: per governare non basta

L'atteso exploit del Movimento 5 Stelle c'è stato. Ma la maggioranza sufficiente a governare, sognata nelle ultime settimane di campagna elettorale, sembra lontana. I primi exit poll Swg per La7 attribuiscono al Movimento una quota di consensi tra 28,8 e il 30,8 per cento alla Camera. «Possiamo già dire che se i risultati che stanno emergendo fossero confermati, ci ritroveremmo di fronte a un dato straordinario, storico», dice il ministro della giustizia designato, Alfonso Bonafede. Il fedelissimo di Di Maio è il primo a parlare di fronte ai cronisti radunati all'hotel Parco dei Principi, lussuoso albergo romano nel quartiere Parioli. La soddisfazione è palpabile «Sono clamorosi questi dati del Senato», commenta il dominus grillino della comunicazione, Rocco Casalino, mentre guarda l'exit poll della Rai. A Palazzo Madama, stando ai dati della tv di Stato, i grillini si attestano tra il 29 e il 32 per cento.

I 5 Stelle hanno addosso gli occhi di tutto il mondo. Sono 88 le testate straniere accreditate, in una sede che rispecchia il nuovo dna istituzionale del Movimento targato Luigi Di Maio. Il leader arriva al quartier generale un quarto d'ora prima della chiusura delle urne. Sorridente, con una piccola borsa in mano, varca la soglia dell'ala riservata allo stato maggiore del Movimento. Alessandro Di Battista, in maglione e camicia, fuma una sigaretta in cortile sotto la pioggia. Poi entra e abbraccia il deputato Danilo Toninelli. Ci sono anche la candidata presidente del Lazio, Roberta Lombardi, e Davide Casaleggio. Poco dopo le 22 e 30 arriva anche l'europarlamentare Fabio Massimo Castaldo. A fare compagnia ai vertici due candidati vip nei collegi uninominali: i giornalisti Emilio Carelli e Gianluigi Paragone.

I grillini hanno vissuto una giornata elettorale tra alti e bassi. Di Battista ha sbagliato seggio, ingannato dal recente cambio di residenza: «Ti devono mandare un tagliandino, e a me non è arrivato», ha detto un po' in imbarazzo. A chi gli chiedeva se fosse colpa del Comune, e dunque di Virginia Raggi, il deputato ha risposto: «Non si fanno battute. Oggi c'è silenzio elettorale». Proprio la Raggi, poco dopo le 20, fa un appello al voto via Twitter, a urne ancora aperte: «Andate a votare: è un diritto ma anche un dovere. Coraggio, o si cambia, o tutto si ripete. Buon voto a tutti», ha scritto la sindaca.

Di Maio è stato invece accolto in trionfo dai supporter nel suo seggio di Pomigliano d'Arco. Scandivano «Presidente! Presidente!», al loro candidato che li ha salutati dal predellino della sua auto. Beppe Grillo ha votato nel primo pomeriggio nel seggio di Sant'Ilario a Genova. Il fondatore del Movimento 5 stelle ha mostrato ai fotografi e ai reporter il pass col simbolo del M5s e la scritta L'Elevato, lo stesso che portava venerdì scorso alla chiusura della campagna elettorale in piazza del Popolo. «Per favore non mi inquadrate i piedi. Tanto non li vedrete perché io sono... l'Elevato», ha detto ai cronisti. Poi è andato via in macchina, con l'autoradio che trasmetteva a tutto volume la canzone Walk on the wild side di Lou Reed.

Se il dato degli exit poll fosse confermato, i grillini daranno appuntamento agli avversari il 23 marzo, data della riunione delle nuove Camere. L'elezione dei presidenti d'assemblea sarà il primo banco di prova per possibili convergenze tra i partiti.

Bonafede è sicuro: «Il M5s sarà il pilastro della prossima legislatura».

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