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Matteo nella tendopoli degli emarginati: caos colpa dell'immigrazione incontrollata

Il ministro: «La 'ndrangheta è un cancro ma noi gli porteremo via tutto»

Matteo nella tendopoli degli emarginati: caos colpa dell'immigrazione incontrollata

A San Ferdinando Matteo Salvini parla coi migranti: «Non è possibile vivere così. Capisco che vogliano la casa, il lavoro, che vogliano star bene, ma non c'è tutto per tutti». La visita in Calabria del ministro dell'Interno ha fatto tappa proprio nella tendopoli che ospita da anni immigrati senza acqua, luce, gas, senza i servizi basilari, in condizioni non igieniche e di totale precariato. «Prendiamo un euro a cassetta di frutta che raccogliamo - gli racconta un senegalese che, nel frattempo, lo filma con il telefonino di ultima generazione in mano. Anche tra noi ci sono i caporali neri». L'altra faccia di una medaglia già abbastanza corrosa da anni di illegalità.«Denunciateli» ribadisce Salvini. Ma c'è chi si lamenta. Allora un messaggio ai buonisti, a chi da anni consente che esistano in Italia dei luoghi come San Ferdinando o Rosarno: «È questo che dico quando parlo del fatto che non si può vivere così». Una situazione di disagio su cui, il ministro lo ha promesso, si dovrà intervenire, anche perché esiste un altro problema: quello delle forze dell'ordine che non riescono più a lavorare così, in condizioni di disagio in luoghi dove il rischio è la quotidianità e dove anche una scintilla può far scoppiare risse: Come quello che proprio in quella tendopoli ha portato all'omicidio di Soumayla Sako. Un problema che andrà affrontato a muso duro, che andrà preso di petto e per la cui risoluzione il titolare del Viminale ora cerca anche l'appoggio delle amministrazioni locali. Nella mattinata la visita era cominciata a Palmi, dove il ministro aveva fatto tappa visitando l'immobile confiscato alla cosca Gallico. «É cominciata una guerra senza quartiere - ha detto - contro la criminalità organizzata non solo in Calabria, ma in tutta Italia, perché la 'ndrangheta è una merda, un cancro, che si è allargato a tutta l'Italia. Io però sono testone e continuerò a combatterla fino a che non avremo portato via anche le mutande a questa gente». Sarà proprio quell'edificio che ospiterà il commissariato di Polizia di Palmi.

«Servono due milioni di euro - ha detto -, ma li troveremo», ricordando che verrà mandata via da lì anche l'ergastolana di 92 anni Lucia Giuseppa Morante, matriarca del clan Gallico, malata e per questo fuori dal carcere. «È una delle tante situazioni paradossali - ha proseguito Salvini - che intendiamo scardinare. Il posto giusto per gli ergastolani è la galera. È incredibile che lo Stato spenda migliaia di euro per permettere a delinquenti ergastolani di venire a incontrare la loro madre altrettanto delinquente ed ergastolana».

Parlando dei migranti, il vicepremier ha chiarito: «Il principio è che in acque libiche intervengono i libici. Per gli scafisti la pacchia è finita. Le navi Ong da giorni hanno smesso di aiutare i trafficanti di esseri umani. A questo punto mi dedicherò alle navi private, ai mercantili, alle navi delle missioni internazionali e a quelle militari italiane». Prima del tour calabrese Salvini aveva postato una foto dopo una «corsetta sul lungomare di Reggio Calabria».

Per lui «granita al caffè con panna e brioche» prima di affrontare gli impegni quotidiani di lavoro in mezzo alla gente.

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