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Napolitano, gli States e il governo Pd-MoVimento 5 Stelle

Giorgio Napolitano starebbe spingendo per un governo Pd-MoVimento 5 Stelle. Anche Luigi Di Maio, come il presidente emerito, sembra interessarsi agli States

Napolitano, gli States e il governo Pd-MoVimento 5 Stelle

Il presidente emerito Giorgio Napolitano ha ancora un ruolo nella politica italiana? La risposta sembra essere più che positiva. Se non altro perché Il parere di "Re Giorgio" è tenuto molto in considerazione dal presidente Mattarella.

Esiste un insieme di giornalisti, commentatori politici, ed esponenti di primo piano, tutti provenienti da sinistra, che spinge per un'intesa di massima per il governo tra il MoVimento 5 Stelle e il Partito Democratico. Tra questi, secondo quanto ricostruito da Andrea Marconi su La Verità, potrebbe esserci anche l'ex inquilino del Quirinale. Gli indizi non sono pochi: gli appelli alla "responsabilità"; la ricerca di un "nocchiero"; una ferma condanna nei confronti di quelli che vengono chiamati "movimenti populisti". Bene tutto, insomma, ma non la Lega di Salvini e quindi, a meno di scossoni, non andrebbe bene neppure il centrodestra. Sul paniere delle possibilità non resta poi molto.

Luigi Di Maio, nel frattempo, ha fatto l'occhiolino all'atlantismo: il fine sembra essere quello di ratificare la non contiguità del MoVimento a quei partiti "putiniani" o critici sulle scelte operate dagli alleati occidentali in Medio Oriente. Gli Stati Uniti e l'Unione Europea, insomma, possono diventare i ponti in grado di far comunicare due universi politici apparentemente molto distanti. Le stelle e strisce della bandiera statunitense hanno sempre fatto parte della storia del politico napoletano. Kissinger parlava del migliorista come del suo "comunista preferito". I pentastellati, dal canto loro, pare abbiano modificato il programma elettorale per adeguarsi il più possibile ai desiderata della famosa "establishment", quella che imporrebbe i suoi ritmi tanto da Washington quanto da Bruxelles.

Un approfondimento utile sui legami tra Napolitano e quella che poi sarebbe diventata l'Unione Europea lo ha fornito Wikileaks:"Il portavoce della Commissione e il delegato permanente hanno riferito che, durante l' incontro con Jenkins, Napolitano ha assicurato il pieno sostegno del Pci alla partecipazione italiana al sistema monetario europeo", si legge sempre su La Verità, che ha riportato i virgolettati di un telegramma reso pubblico. E ancora:"Riguardo alla situazione politica interna, Napolitano ha confermato il desiderio del Pci di partecipare al nuovo governo". Jenkins, come i lettori ricorderanno, è stato il commissario europeo artefice del sistema dei cambi fissi: quello dal quale è poi derivata la moneta unica. La storia è questa: siamo alla fine degli anni 70' e al centro del tavolo c'è la partecipazione dell'Italia allo SME, cioè al sistema monetario europeo. Napolitano, da responsabile economico del P.C.I., avrebbe assicurato il sostegno del partito all'operazione in cambio di una "quota di potere". Il governo, in sintesi, per una virata atlantista.

Un'operazione molto simile a quella cui sembra lavorare Luigi Di Maio, che si è affrettato a dare il suo sostegno alla Nato sulla Siria. Non si deve dimenticare, ancora, che poco prima della campagna elettorale Di Maio si è recato proprio negli States e che il MoVimento 5 Stelle, che è in cerca di un contenitore politico a Strasburgo, ha iniziato la sua marcia di avvicinamento a Emmanuel Macron.

Tentativi di accreditarsi presso le alte sfere? Il MoVimento 5 Stelle è il nuovo "migliorista" della scena politica italiana e Napolitano potrebbe averlo notato.

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