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Nei guai mamma Renzi: quanti parenti indagati dentro il Giglio magico

Anche la società di Laura Bovoli nel mirino dei pm. I casi di papà Tiziano e Boschi senior

Nei guai mamma Renzi: quanti parenti indagati dentro il Giglio magico

Sarà anche un «giglio magico», ma a fiorire sono più che altro gli avvisi di garanzia. Uno dopo l'altro, il cerchio attorno all'ex premier Matteo Renzi finisce sotto indagine. Dalla famiglia del segretario Pd, a quella del sottosegretario Maria Elena Boschi, ai soci dei famigliari, fino a Luca Lotti ministro dello Sport e renziano della primissima ora, le persone vicine a Renzi hanno tutti guai con la giustizia.

Primo tra tutti, babbo Tiziano Renzi. Di solito sono i figli a far preoccupare i padri, in casa Renzi succede il contrario («Hai visto Romeo? Non dire bugie» lo rimprovera il figlio in una telefonata). Nel 2014, pochi mesi dopo l'investitura di Matteo Renzi a premier, il padre Tiziano finisce indagato per bancarotta fraudolenta per il fallimento della Chil Post, società di distribuzione di pubblicità e giornali con sede a Genova. L'indagine, durata due anni, è finita però con l'archiviazione di babbo Renzi. Ma il sollievo è durato poco, perché nel frattempo era partita un'altra inchiesta, più grave, quella sugli appalti della Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione, in cui Tiziano Renzi è tuttora indagato per traffico di influenze illecite. Anche qui, secondo gli spifferi che escono dalla Procura di Roma, si andrebbe verso l'archiviazione della posizione di papà Renzi. Che però, nel frattempo, è finito dentro un'altra inchiesta, come ha rivelato il quotidiano La Verità. Sia lui che la madre di Renzi, Laura Bovoli, sarebbero oggetto di indagine dai pm di Firenze per il fallimento di un'azienda di famiglia. Il legale dei coniugi Renzi però smentisce l'esistenza di un'inchiesta giudiziaria a loro carico: «Non abbiamo ricevuto alcun avviso di garanzia ma la sola richiesta di informazioni e documenti in merito al fallimento di una terza società che i signori Renzi hanno già presentato». Non bastassero i parenti più stretti, c'è pure il cognato di Renzi a portare grane in famiglia. Parliamo di Andrea Conticini, marito di Matilde Renzi sorella di Matteo, indagato per riciclaggio di somme versate da organizzazioni umanitarie come Unicef e Operation Usa.

La vicenda famigliare di Renzi fa il paio con quella dell'ex ministro a lui più vicino, Maria Elena Boschi. Anche qui i guai sono arrivati per via paterna, quel Pier Luigi Boschi che ha amministrato Banca Etruria prima come consigliere del cda e poi, nella fase del tracollo della banca, in qualità di vicepresidente. Papà Boschi è indagato nel filone dell'indagine aretina su Banca Etruria, per la liquidazione d'oro concessa all'ex direttore generale dell'istituto, Luca Bronchi, dal consiglio d'amministrazione di cui faceva parte appunto il padre del sottosegretario. Parallela all'inchiesta penale, poi, c'è quella civile di risarcimento. Il conto rischia di essere molto salato per gli ex amministratore di Banca Etruria. Il liquidatore li ha chiamati in giudizio davanti al tribunale civile di Roma, chiedendo un risarcimento di oltre 400 milioni per i danni causati dalla loro gestione. Va aggiunto che papà Boschi, come gli altri ex dirigenti, è già stato multato. Prima dalla Banca d'Italia (40mila euro), poi dalla Consob (120mila euro).

I guai, poi, chiamano altri guai. Così, il nome di Pier Luigi Boschi è spuntato pure in un'inchiesta che non lo riguarda, quella sul riciclaggio dei beni del clan camorristico Mallardo. Perchè uno degli indagati, Mario Nocentini, è socio proprio di papà Boschi, con cui ha due conti correnti cointestati, sequestrati dalla Procura di Napoli. Altra coincidenza sfortunata, è finito indagato per il fallimento della cooperativa «Delivery» (società che ha rapporti con «Eventi 6 Srl» della famiglia Renzi) Roberto Bargilli, rignanese, ed ex autista del camper di Matteo Renzi. Mentre il ministro renzianissimo Luca Lotti è indagato nella vicenda Consip.

Un giglio più tragico che magico.

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