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Nuova legge elettorale, l'ipotesi doppio turno può accontentare tutti

In caso di ritorno al voto, si deve superare il Rosatellum: ecco le modifiche allo studio

Nuova legge elettorale, l'ipotesi doppio turno può accontentare tutti

La formula che tenta molti è quella del «voto in più». Basta una scheda per decidere chi andrà al governo. «Lista o coalizione», ha tagliato corto il leader della Lega Matteo Salvini, basta un premio che assicuri la maggioranza a chi prende anche un solo consenso più degli altri. Ma non è così facile e alla fine potrebbe spuntare un'altra soluzione. Una legge elettorale che dia a tutti una possibilità di vittoria.

Lo stallo delle consultazioni sta lentamente facendo tornare d'attualità le posizioni di chi vorrebbe cambiare la legge elettorale. Nel centrodestra si è fatta ad esempio sentire Giorgia Meloni che ha attaccato il Rosatellum. L'attuale situazione politica è «colpa della legge elettorale che Fratelli d'Italia non ha votato ma è anche colpa del M5S che pur di mettere Luigi Di Maio seduto sul la poltrona di presidente del consiglio è disposto a riesumare il Pd. Quando gli italiani hanno detto chiaramente che il Pd lo vogliono a casa». La soluzione sarebbe appunto un premio di maggioranza più spinto rispetto a quello in vigore, che prevede un premio alla prima coalizione o anche al primo partito. La soglia potrebbe essere al 37% e non al 40%.

Ma un premio eccessivo rispetto ai voti ottenuti finirebbe per attirare di nuovo l'attenzione della Corte Costituzionale, che ha già bocciato l'Italicum.

Per lo stesso motivo risulterebbe di difficile fare passare a livello nazionale la legge elettorale più longeva e anche la più apprezzata dagli elettori, quella utilizzata per i comuni. Elezione diretta del capo dell'esecutivo e due turni. Il «sindaco d'Italia», come venne battezzata alla fine degli anni Novanta è molto simile all'Italicum, che non è mai arrivata alla prova delle urne per l'intervento dei giudici costituzionali. Nelle motivazione della bocciatura, la Consulta ha preso di mira proprio il ballottaggio, ritenendolo lesivo del principio di maggioranza.

Ma è anche vero che la bocciatura dei giudici è legata al sistema monocamerale, bloccato dalla vittoria dei No al referendum sulle riforme del governo Renzi. Il sindaco d'Italia sarebbe una riforma vera e potrebbe accontentare tutte le forze in campo. Difficile in questo momento contestare una legge che dà agli elettori il potere di decidere il governo. Il Pd è sempre stato a favore. I 5 stelle potrebbero convertirsi (ora restano su posizioni pro proporzionale puro) perché al ballottaggio potrebbero vedere convergere su di loro anche i voti della sinistra. Nel centrodestra la logica del voto ad un altro partito della coalizione è più che consolidata, anche se resta la diffidenza verso i sistemi a due turni.

Ma per come sono i rapporti tra i partiti oggi, potrebbe anche finire in un altro modo. Nonostante la altissima probabilità di un risultato che replichi lo stesso stallo di questi giorni, potrebbe succedere che nessuno se la senta di mettere mano ad una vera riforma e che resti in vigore la attuale legge elettorale. Magari con qualche modifica patrocinata da un governo di transizione o lo stesso esecutivo Gentiloni. Ad esempio aumentando il numero di seggi attribuiti nei collegi uninominali. Una soluzione che favorirebbe il centrodestra. E che per questo non verrebbe vista di buon occhio da M5S e nemmeno dal Pd.

E che comunque non garantirebbe la governabilità.

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