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Orban scarica Salvini: "Resto nel Ppe"

Il premier ungherese boccia l'intesa con la Lega alle elezioni europee

Orban scarica Salvini: "Resto nel Ppe"

Caro Salvini sei simpatico ma nessuna alleanza con te. Il messaggio che arriva da Budapest non è una grossa sorpresa, ma fa capire che quando si parla di «sovranismo» non esiste un patto e una rete tra i vari partiti. Ognuno, in fondo, pensa a casa sua e in Europa si schiera dove gli conviene.

Il premier ungherese Viktor Orban scarica insomma il «Capitano» e esclude ogni forma di apparentamento alternativo a quello con il Partito Popolare europeo: «Non mi sono mai piaciute dice al giornale tedesco Welt am Sonntag le persone che indossano cintura e bretelle allo stesso tempo». Chi lo vedrebbe bene nell'ala sovranista dell'Europa delle Nazioni e delle Libertà, di cui fa parte anche la Lega di Matteo Salvini, rimarrà deluso. Niente da fare anche per Giorgia Meloni che, solo qualche giorno fa, gli aveva teso la mano invitandolo «nella grande famiglia dei conservatori e sovranisti europei». Orban è chiaro: «Bisogna avere una strategia».

La sua, fa sapere, è quella di rimanere dov'è. «Siamo nel Ppe afferma e ci restiamo, non ci sono piani B». Anche se, c'è da dirlo, Fidezs non naviga certo in acque tranquille: ha imbarazzato la famiglia del Ppe davanti all'Europa con una campagna dai toni molto aggressivi contro il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, e il filantropo di origini ungheresi George Soros, accusandoli di favorire l'immigrazione nel vecchio continente. Concetto ribadito nell'intervista rilasciata a Welt am Sonntag, nel corso della quale Orban non esita a definire Junker e Soros come rappresentanti di «una politica che è amichevole con le migrazioni». E sebbene all'interno del Ppe si ingrossino le fila di chi invoca l'attivazione della procedura d'espulsione per silurare definitivamente il leader di Budapest (il numero minimo per discutere la mozione di sfiducia, ovvero 7 membri provenienti da 5 Paesi, è stato raggiunto), lui ostenta sicurezza: «L'espulsione di Fidesz non è un'alternativa razionale». Per lo meno non ora, non nei giorni in cui le fotografie del prossimo Parlamento europeo danno i popolari in calo, da 217 eurodeputati a 181. Orban lo sa, e definisce «utili idioti» quelli che evocano la sua esclusione. «L'obiettivo dice è di indebolire il Ppe sulla scena europea in modo che i socialisti e la sinistra possano prendere il controllo dell'Europa. Dunque, questa battaglia non è sui principi, ma sul potere. Non tutti lo capiscono ma se leggessimo la letteratura politica, potremmo vedere che sono quelli che Lenin definiva utili idioti». E per appianare le divergenze propone una rivoluzione di metodo. «Il tema immigrazioni va tolto alla Commissione e consegnato ad un consiglio separato dove siederanno solo i ministri dell'Interno della zona Schengen».

Compreso Salvini.

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