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Pd, ecco tutti i possibili candidati alla segreteria

Con l'uscita di scena di Renzi, il Pd, deve trovare un nuovo segretario. I nomi in corsa potrebbero essere 8: Nicola Zingaretti, Maurizio Martina, Graziano Delrio, Michele Emiliano, Sergio Chiamparino, Roberto Giachetti, Paolo Gentiloni e Carlo Calenda

Pd, ecco tutti i possibili candidati alla segreteria

Con l'uscita di scena di Matteo Renzi, il Pd, dopo il flop elettorale del 4 marzo, è alla ricerca del suo sesto segretario di appena dieci anni di vita. Per eventuali primarie (che non dovrebbero esservi) si è già fatto avanti Nicola Zingaretti ma i nomi che circolano sono vari. Vediamo uno per uno, i possibili successori di Renzi.

Il primo, come abbiamo già detto è il 52enne Nicola Zingaretti, governatore uscente del Lazio, appena rieletto con una manciata di punti percentuali in più rispetto al suo sfidante, Stefano Parisi. Vicino alla sinistra del partito, in vista delle Regionali, è riuscito a trovare l'accordo con Liberi e Uguali di Piero Grasso e di Pier Luigi Bersani e, in caso di candidatura, avrebbe l'appoggio dell'ala del ministro Andrea Orlando. Ha dalla sua una lunga gavetta dentro il partito romano, un'esperienza da eurodeputato e un mandato da presidente della provincia di Roma. È il fratello di Luca Zingaretti, il noto 'commissario Montalbano'.

Il vice segretario Maurizio Martina, 39 anni della provincia di Bergamo, è il capo della corrente 'Sinistra è cambiamento, che alle ultime primarie ha appoggiato Matteo Renzi. Ha iniziato la sua carriera politica nel 2010 come consigliere regionale della Lombardia per poi diventare sottosegretario del ministero delle Politiche agricole sotto il governo Letta ed esser promosso ministro dello stesso dicastero da Renzi. Attualmente ricopre ancora questo ruolo nell'esecutivo Gentiloni. Potrebbe diventare 'segretario a tempo' e smarcarsi dai renziani per (ri)trovare il sostegno almeno di una parte della sinistra dem, nel caso in cui decidesse di partecipare ad eventuali primarie.

Il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, 58 anni, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio con Matteo Renzi e sindaco Pd di Reggio Emilia per due mandati, potrebbe essere la carta dei renziani per mantenere il controllo della segreteria. Lui, per il momento, smentisce di voler scendere in campo ma non è escluso che sia della partita. Probabile che, per tentare l'impresa, decida di smarcarsi anche lui dal peso ingombrante dell'ex segretario così da recuperare almeno i voti dell'ala riformista-ulivista del partito.

Anche il premier Paolo Gentiloni, 63 anni, al momento, si tira fuori dalla contesa ma, all'ultimo, potrebbe decidere di correre, consapevole dell'apprezzamento che gode sia dentro il partito (minoranza inclusa) sia fuori. La sua carriera politica inizia negli anni '70 tra le fila della sinistra extraparlamentare, poi, nel 1993, diventa portavoce dell'allora sindaco di Roma, Francesco Rutelli. Assessore al Giubileo nel 2000, non ha mai perso la sua anima ambientalista ma nel 2001 entra in Parlamento con la Margherita e, nel 2006, Romano Prodi lo nomina ministro delle Comunicazioni. Nel 2014 sostituisce Federica Mogherini agli Esteri e, dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre 2014, Renzi impone il suo nome come suo successore.

Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, 44 anni, fresco di iscrizione al Pd, potrebbe correre con l’appoggio dei ‘gentiloniani’. Figlio della regista Cristina Comencini, ha avuto una piccola parte nello sceneggiato ‘Cuore’, diretto dal nonno Luigi, prima di fare politica, ha lavorato per la Ferrari ed è considerato un apprezzato manager. Nel 2013 si candida alle Politiche con la lista ‘Scelta Civica’ di Mario Monti, come esponente della Fondazione Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo, ma non viene eletto. Nel 2013 Enrico Letta lo nomina viceministro allo Sviluppo Economico, incarico confermato anche da Renzi mentre Gentiloni nel 2016 lo ‘promuove’ ministro.

Il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, romano 56 anni, è il secondo nome che circola tra i renziani. Entra in politica giovanissimo con i Radicali ma, nel 1993, assume l’incarico di capo di gabinetto di Francesco Rutelli, sindaco di Roma. È in Parlamento dal 2001 prima come veltroniano e, poi, come renziano della prima ora. Ha condotto vari scioperi della fame per l’abolizione del Porcellum ma, nel 2016, ha perso la sfida più importante della sua vita: battere Virginia Raggi nella sfida per il Comune di Roma.

Sergio Chiamparino, 69 anni, attualmente presidente del Piemonte e sindaco di Torino dal 2001 al 2011, potrebbe rappresentare l’anima della sinistra riformista. È stato deputato dal ’96 al 2001, presidente dell’Anci dal 2009 al 2011 e Presidente della Conferenza delle Regioni tra il 2014 e il 2015. Ha finora sostenuto Renzi ma, qualora si candidasse, non rappresenterebbe la sua corrente.

Infine potrebbe ripresentarsi l’eterno outsider, Michele Emiliano, governatore Pd della Puglia dal 2015. È l’unico a volere l’alleanza con il Movimento Cinque Stelle e che, attualmente, sotto questo punto di vista, rappresenta l’ala minotitaria dentro il partito. Magistrato di lungo corso, è sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), dal 1995 fino al 2004, quando diventa sindaco di Bari con il centro-sinistra.

Inizialmente ha appoggiato Renzi nella corsa alle primarie del 2013, ne è diventato poi feroce avversario appoggiando prima il sì al referendum sulle trivelle e, in seguito, il no al referendum costituzionale.

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