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Quando il MoVimento 5 Stelle proponeva lo ius soli

Il MoVimento 5 Stelle, nel giugno del 2013, aveva proposto lo ius soli. Poi la marcia indietro. Ecco la proposta di legge "dimenticata"

Quando il MoVimento 5 Stelle proponeva lo ius soli

La discussione sull'approvazione del cosiddetto "Ius soli" è scomparsa dalla campagna elettorale. Il dibattito politico si è concentrato su altro. Sull'esistenza del pericolo fascista, ad esempio. Da un punto di vista strategico, forse, non è convenuto parlarne più di tanto.

Il Partito Democratico e Liberi Uguali presentavano all'interno dei rispettivi programmi elettorali una proposta di legge per l'estensione del diritto alla cittadinanza. Emma Bonino ha dichiarato che lo ius soli è una "norma di civiltà". E Luigi Di Maio? I pentastellati, ai tempi della discussione in Senato, hanno annunciato l'astensione, che per la "Camera alta" del nostro parlamento è equivalente al voto contrario.

Nel 2013, il MoVimento 5 Stelle ha presentato una proposta di legge che mirava al conseguimento della cittadinanza per gli stranieri nati e/o cresciuti in Italia. Soprattutto per questo, una volta annunciata la linea del MoVimento sulla proposta del Pd, i grillini vennero in qualche modo accusati di aver cambiato posizione.

In una chiave di "scomunica", ad esempio, vennero interpretate le dichiarazioni del vescovo Guerino di Tora, che è il presidente della Fondazione Migrantes e della Commissione Cei sulle migrazioni. I parlamentari grillini scrivevano sulla proposta di legge n.1204 presentata alla Camera dei deputati il 14 giugno del 2013: "Instancabilmente, molte autorevoli voci, per qualità e quantità, si sono levate e si levano per richiamare la classe politica a guardare alle condizioni in cui si trovano a crescere e vivere le nuove generazioni di immigrati, inclusi i bambini e gli adolescenti, ancora legalmente stranieri, nonostante i progetti stabili di vita dei loro genitori, nonostante qui siano nati, si siano formati e abbiano acquisito la nostra cultura". E sottolineavano come fosse "paradossale" o "contraddittorio", invece, il fatto che venga riconosciuta la cittadinanza italiana agli oriundi che "probabilmente" non conoscono la lingua e non si sono mai recati in Italia.

Poi, il riferimento ai migranti italiani del dopoguerra:"Sono circa 300.000 gli stranieri che ogni anno entrano nel nostro Paese e che per la gran parte vi rimangono stabilmente. È lo stesso numero di italiani che, negli anni cinquanta, lasciavano il nostro Paese per emigrare all'estero". Lo ius soli, insomma, pare non fosse visto solo come un provvedimento necessario, ma anche come qualcosa di abbastanza urgente. Lo ius sanguinis del resto "concepisce", per i firmatari della proposta di legge del MoVimento, "la nazionalità alla stregua di un gene".

Il MoVimento 5 Stelle, sullo ius soli, ha fatto una bella marcia indietro. Sembra difficile sostenere il contrario. Luigi Di Maio si è più volte "nascosto" politicamente: "No, la nostra priorità è il sostegno al reddito degli italiani" oppure "va affrontato a livello europeo". Quella proposta di legge, però, è rimasta negli archivi e prevedeva l'acquisto della cittadinanza in almeno tre casi. Un provvedimento, peraltro, che è stato definito dal fact-checking dell'Agi "più favorevole per gli immigrati" rispetto al disegno di legge discusso all'epoca. L'avvicinarsi delle elezioni, però, potrebbe aver prodotto un effetto da rimozione collettiva. Dello ius soli, il MoVimento 5 Stelle, non ne ha praticamente più parlato, ma i parlamentari firmatari di quella proposta risultano essere ben novantanove.

Di Maio e Di Battista compresi.

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