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Referendum, azzurri in campo per il Sì. Maroni: "Per noi Silvio è immortale"

Gelmini e il governatore sul palco: uniti anche alle Politiche

Referendum, azzurri in campo per il Sì. Maroni: "Per noi Silvio è immortale"

Milano - Più meritocrazia e meno tasse. Più investimenti e meno sprechi. Non è solo una battaglia autonomista quella che si «combatterà» domenica nelle urne referendarie del Lombardo-Veneto. Anche la bandiera tricolore di Forza Italia sventola idealmente per il Sì. Un «Sì» liberale e nazionale; che ieri è stato sancito e «benedetto» da Silvio Berlusconi, convinto che il referendum «nasca e si svolga nel pieno rispetto dell'unità nazionale», e che «i cittadini, come conseguenza della vittoria del sì, avranno di essere gravati da minori tasse».

Così, con le sue bandiere e le sue storiche battaglie, Forza Italia scende in campo con tutto il suo peso organizzativo, con una manifestazione che riempie il teatro San Carlo a Milano. E il leghista Roberto Maroni, artefice del referendum votato dal Consiglio regionale a larga maggioranza (anche dai grillini), ricambia con riconoscimenti lusinghieri, sul terreno politico e non solo. Il governatore ha tenuto a inviare un «ringraziamento e abbraccio affettuoso» a Silvio Berlusconi. «L'ho visto nei giorni scorsi» - ha detto - «non per sollecitarlo» a impegnarsi per il referendum «come hanno scritto i giornali, «ma perché siamo amici». «L'ho trovato in grandissima forma. È un uomo immortale, di grande entusiasmo, con grande voglia di combattere. Per noi tutti - lo dico da leghista e da alleato - è veramente la garanzia». È in questo clima che Forza Italia e Lega sanciscono una ritrovata compattezza che parte dal referendum e guarda alle Politiche. E così, dopo una miriade di tavoli e gazebo, tutto lo stato maggiore azzurro ha partecipato all'evento a due passi da Santa Maria delle Grazie. Una manifestazione voluta dalla coordinatrice regionale Mariastella Gelmini e chiusa proprio dal videomessaggio del leader Berlusconi. «Domenica - ha detto - avremo l'occasione di far sentire la nostra voce e di dare il via ad un processo di revisione concordata degli assetti dello Stato, che consenta alla nostra Regione di essere ancora più efficiente e di crescere meglio e più in fretta, al servizio dei cittadini lombardi, che con la vittoria del Sì al referendum avranno come conseguenza di essere gravati da minori tasse. E non mi sembra cosa da poco». Non è solo una battaglia del Nord, o della Lega. «Se la Lombardia cresce, cresce tutta l'Italia, cresce l'intero Paese» ha detto Berlusconi, ricordando come il federalismo sia da sempre parte integrante dei programmi del centrodestra. Di argomenti per il Sì ne hanno trovati a bizzeffe gli azzurri, soprattutto gli assessori regionali: Fabrizio Sala, Giulio Gallera, Valentina Aprea e Alessandro Sorte.

E mentre Maroni considera inevitabile un accordo nel centrodestra, Gelmini traccia il percorso dal referendum alle Politiche: «Votare Sì è dare la possibilità a Berlusconi di tornare alla guida del Paese. L'Italia al primo posto, non le ambizioni personali».

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