Politica

La sacra corsa dei "runner" del Papa

Guardie svizzere e monsignori: una maratona contro l'infanzia violata

La sacra corsa dei "runner" del Papa

Sono laici e monsignori, donne e uomini, dipendenti e cittadini vaticani. Tutti in pantaloncini e con la canottiera bianco-gialla e lo stemma pontificio; un coach spirituale molto speciale, Papa Francesco. Uniti da una passione comune: la corsa. Sono i «maratoneti del Papa», oltre 50 dipendenti della Santa Sede, tra i venti e i sessanta anni comprese guardie svizzere e monsignori di Curia che costituiscono la rappresentativa di atletica leggera del Vaticano. Ci sono così i vigili del fuoco che hanno prestato servizio per il sisma ad Amatrice, il giornalista dell'Osservatore Romano che corre quasi una maratona al giorno per andare in redazione; ed ancora: la farmacista, la restauratrice e il custode dei Musei vaticani; c'è chi porta ogni mattina il latte fresco della fattoria di Castel Gandolfo e chi si occupa di comunicazione, tipografia, falegnameria, annona (il supermercato vaticano), biblioteca e archivi. Non mancano importanti monsignori, protagonisti nel campo della cultura e dell'ecumenismo. Come monsignor Melchor Sanchez de Toca, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, e monsignor Andrea Palmieri, numero tre del Pontificio Consiglio per la promozione dell'Unità dei cristiani.

L'elemento in comune è la passione per la corsa, con l'obiettivo di promuovere concrete iniziative di solidarietà, rilanciando appelli e messaggi di Papa Francesco. La squadra identificata da una maglia bianco-gialla e dalla scritta Athletica Vaticana (in latino) parteciperà il primo novembre alla corsa dei Santi (testimonial Giusy Versace) perché «alle bambine indiane non venga più negata violentemente l'infanzia con la costrizione a sposare uomini anziani». Gli oltre cinquanta runner vaticani scenderanno così in pista per la gara di 10 km partenza e arrivo in piazza San Pietro per sostenere la campagna promossa dalla fondazione «Don Bosco nel mondo». «È la solidarietà la cifra di fondo di Athletica Vaticana spiega monsignor Melchor Sanchez de Toca, anima del team biancogiallo e podista di ottimo livello correremo per rilanciare il progetto salesiano che denuncia il triste fenomeno delle bambine date in spose in India ad adulti e anziani. Il nostro primo obiettivo non sono le classifiche e i personal best, anche se tra noi ci sono runner che corrono forte». «Sicuramente - prosegue il monsignore-maratoneta - non puntiamo a partecipare alle Olimpiadi ma cerchiamo di testimoniare i valori dello sport, in spirito di amicizia».

Il «debutto» della squadra di atletica pontificia è avvenuto il 17 settembre, alla «Rome Half Marathon Via Pacis», la prima mezza maratona interreligiosa, con passaggi per le strade del centro di Roma davanti alla sinagoga, alla moschea, alle chiese valdese e ortodossa. Un evento importante per il dialogo e la pace, come ha sottolineato Papa Francesco. Nelle grandi maratone, nelle piste e per le strade di Roma (e non solo), capiterà dunque sempre più spesso di vedere runner con la canottiera bianco-gialla con impresso lo stemma pontificio e la scritta Athletica vaticana.

«Abbiamo voluto aggiungere la H, in latino: è un piccolo vezzo per caratterizzare la nostra rappresentativa», conclude sorridendo don Melchor.

Commenti