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Salvini: "Non tirerò a campare". Alta tensione fra Lega-M5S

Ancora scontri nel governo. I Cinque Stelle avvertono l'alleato: "Con noi non sarai premier". Salvini: "Bisogna lavorare"

Salvini: "Non tirerò a campare". Alta tensione fra Lega-M5S

Anche se i grillini questa sera hanno (ri)dato fiducia a Luigi Di Maio tramite la piattaforma Rousseau, la tensione fra le due compagine del governo rimane alle stelle. Il motivo? Sempre i soliti terreni di scontro: flat tax, Tav, porti chiusi e Iva. Il post Europee, quindi, sembra non aver placato le bollenti anime. Anzi: da una parte Matteo Salvini dice a chiare lettere di aspettarsi qualcosa in più dagli alleati di governo, dall'altra fonti del MoVimento fanno sapere che il leader del Carroccio si deve scordare di fare il premier nel caso di un voto anticipato.

Dopo il flop alle elezioni europee, la terra sotto i piedi dei grillini trema. Loro lo sanno bene e quindi mettono le mani avanti. Fonti del MoVimento, infatti, temono che il ministro dell'Interno voglia andare al voto per andare subito all'incasso di quel 34% registrato alle Europee. Così tirano su la testa e gli fanno arrivare all'orecchio che in caso di un nuovo governo Lega-M5S lui non sarà mai premier. Come scrive l'Agi, fonti del MoVimento fanno sapere che se Salvini vuole andare a Palazzo Chigi, "ci vada con Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni - così ragionano - ci ha bruciato Luigi Di Maio, si scordi di fare il premier di una nuova alleanza con noi. Se la proporzioni delle europee rimanessero immutate anche alle politiche 34% a 17%, potremmo anche accettare un premier leghista, ma non Salvini". L'avvertimento, quindi, è chiaro: potrebbe andare a Palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti o qualcun altro ma "non chi ci ha bruciato Di Maio".

Ma Salvini degli avvertimenti grillini se ne fa ben poco e tira dritto per la sua strada. Ospite a Dritto e Rovescio su Rete4, il ministro dell'Interno ha subito messo le cose in chiaro: "Ministero dell'Economia alla Lega? Non chiedo mezzo ministro in più o mezza poltrona in più, chiedo al M5S di evitare polemiche e lavorare, lavorare. Ci sono la riforma fiscale e la riforma della giustizia da fare. Ministri in bilico? No, ma mi aspetto una marcia in più da tutto il governo".

E dopo aver parlato di Tav ("Se ci sono una serie di sì, non esiste dire un no pregiudiziale") e delle dimissioni del viceministro leghista alle Infrastrutture Rixi, Salvini lancia una palla infuocata. Un chiaro segnale all'alleato di governo: "L'unica cosa che non farò è tirare a campare. Se ho l'impressione che mi si fa perdere tempo, non starò qua a scaldare la poltrona. Mi aspetto da M5S una posizione costruttiva e ragionevole come nei primi 9 mesi di governo. Se si lavora bene vado avanti 4 anni. Se da qui a due mesi i no vanno avanti...Con i no non si va da nessuna parte. Se il clima torna normale lo vediamo subito. Se invece si torna con i battibecchi, allora non vale la la pena far perdere tempo agli italiani...".

Tutto chiaro, insomma. All'interno del governo si è creata una vera e propria spaccatura. Si continua a discutere e a scontrarsi.

Ma ora la scusa della campagna elettorale in vista delle Europee non c'è più.

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