Cronache

Strasburgo "sdogana" la maternità surrogata: "Figli da riconoscere"

La Corte europea dei diritti umani ha emanato una sentenza che non mancherà di suscitare feroci polemiche pur non essendo vincolante per i Paesi Ue

Strasburgo "sdogana" la maternità surrogata: "Figli da riconoscere"

Roma Via libera alla maternità surrogata. Ieri la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha emanato una sentenza che non mancherà di suscitare feroci polemiche pur non essendo vincolante per i Paesi Ue. I giudici di Strasburgo si sono detti favorevoli al riconoscimento del figlio nato dalla gestazione di un'altra donna da parte della madre non biologica. Dunque in sostanza un sì alla maternità surrogata. Quale potrebbe essere il caso più frequente? La madre intenzionale non biologica si reca all'estero e commissiona un figlio a una donna che sia disponibile appunto a partorire per conto terzi. Basta che la donna sia indicata come madre legale sul certificato di nascita del Paese dove la gestazione ha avuto luogo per essere poi registrata come madre al suo ritorno a casa. In alcuni Paesi la maternità surrogata è ammessa e in alcuni casi anche a pagamento non viene considerata una pratica illegale. Nel caso specifico due coniugi avevano chiesto alla Francia di essere riconosciuti come genitori di due bambini nati da madre surrogata in California. L'uomo è il padre biologico e per questo è stato registrato dallo Stato francese come genitore nel certificato di nascita. La moglie, invece, non aveva ricevuto lo stesso riconoscimento, dal momento che non c'è alcun legame biologico con i bambini. La Corte di Cassazione francese ha deciso di chiedere un parere alla Corte di Strasburgo, chiamata a stabilire se il mancato riconoscimento violasse la Convenzione europea dei diritti umani. E la Corte ha ritenuto che in effetti l'eventuale mancato riconoscimento legale del legame tra la madre non biologica e il bambino avrebbe violato il rispetto della vita privata del minore.

Si tratta però di un parere appunto che non vincola in questo caso la Francia a iscrivere la madre non biologica come genitore sul certificato di nascita. Si possono ipotizzare anche altre soluzioni come ad esempio l'adozione. Per i giudici di Strasburgo l'interesse prioritario è tutelare il benessere del minore ed è dunque necessario identificare legalmente le persone responsabili della sua crescita.

Per la leader di FdI, Giorgia Meloni si tratta di una decisione «abominevole» che rappresenta «la legalizzazione dell'utero in affitto e delle adozioni gay».

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