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Al tavolo di Forza Italia c'è il pieno di imprenditori

Dai costruttori ai trasporti, il mondo dell'economia guarda agli azzurri: "Non ci avete mai abbandonati"

Al tavolo di Forza Italia c'è il pieno di imprenditori

A qualche esponente di Forza Italia dalla memoria lunga è venuto in mente l'exploit di Silvio Berlusconi all'assemblea di Confindustria di Vicenza nel 2006. Quella volta il Cavaliere si presentò sul palco della confederazione e infiammò gli animi degli imprenditori delusi dai governi di centrosinistra. Ieri sono state le aziende a presentarsi al secondo giorno di Idee Italia - La voce del Paese, ideato da Mariastella Gelmini e Paolo Romani, per chiedere un cambio di passo, presentare una lunga lista di richieste all'unica parte politica che in questo momento è in grado di rispondere.

Tra gli incontri in programma ieri all'hotel Gallia, quello dedicato alla casa, uscita dal salasso dei governi post 2011. La strada per ripartire la indica il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa. «Apprezziamo la capacità di Forza Italia di ascoltare le categorie. L'edilizia e l'immobiliare sono gli unici settori che hanno ancora il segno meno». Servono segnali già da questa legge di bilancio tutelando i negozi dei centri storici. Ma la vera sfida è per la prossima legislatura con l'estensione della cedolare secca anche agli immobili strumentali. «Spero che Forza Italia avvi questa rivoluzione».

La sondaggista Alessandra Ghisleri spiega che gli italiani vedono la ripresa, ma temono che il superamento definitivo della crisi sia ancora lento e difficili. C'è ancora sfiducia.

Le associazioni degli imprenditori che sfilano sul palco dicono che è anche colpa della sindrome da uomo solo al comando che ha caratterizzato le ultime fasi della politica. E il riferimento nemmeno troppo nascosto è a Matteo Renzi. Forza Italia diventa garante delle idee liberali (più volte richiamate), ma - un po' a sorpresa - anche della concertazione. «Sentiremo tutti, anche i sindacati», ha spiegato la stessa Gelmini venerdì in apertura dei lavori.

Confartigianato apprezza. «Noi - spiega il presidente Giorgio Merletti - andremo dove ci chiamano, ma il metodo di portarci qui è già positivo. Da questo partito non è venuta mai meno la fiducia nei corpi intermedi».

Gli appelli sono per fare ripartire il mercato interno, incentivare i consumi. La flat tax è una proposta che piace. Ma molti, lo stesso Merletti e Casasco di Confapi, vorrebbero fosse introdotta gradualmente.

La crisi non ha abbandonato il Paese. Paolo Uggè, presidente della Federazione autotrasportatori, ricorda che il trasporto merci è cresciuto. Ma l'attività delle ditte italiane è scesa in poco tempo del 60%. «Serve un ritorno al piano della logistica e dei trasporti del secondo governo Berlusconi», spiega Uggè.

Servono risposte anche per l'edilizia. «Settore ancora al palo. Manutenzioni non se ne fanno più e il nuovo codice degli appalti non funziona», spiega Giuliano Campana dell'Ance.

Al governo in carica si rimprovera l'abolizione del voucher, ma l'esperienza dei governi di centrosinistra sembra già il passato. Prevalgono le richieste al prossimo governo. A Gelmini, Antonino Calabrò di Assolombarda chiede di incentivare il welfare aziendale. Dal monto dell'agricoltura, rappresentato da Ettore Prandini di Coldiretti e Massimiliano Giansanti di Confagricoltura, sburocratizzazione e la creazione di un ministero di filiera, quindi dell'agroalimentare.

Altra sfida per il futuro, quella per ricerca e innovazione. Ne hanno parlato l'ex presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, amministratore unico Mapei. «L'Italia è un Paese anti impresa. La burocrazia e il carico fiscale non ci permettono di essere competitivi». Per Sergio Dompè, presidente Gruppo biofarmaceutico Dompè, «l'Italia riuscirà ad essere competitiva solo se il privato e il pubblico faranno sistema».

Fino ad oggi, sottinteso, non è successo.

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