Mafia in Lombardia, il pm Dolci: "Situazione allarmante, non abbassate la guardia"

"A Cantù sono emersi fatti gravissimi. Ci sono stati pestaggi di una brutalità spaventosa. Chi non sa non vede"

Alessandra Dolci, magistrato della Direzione distrettuale antimafia

Alessandra Dolci, magistrato della Direzione distrettuale antimafia

Erba (Como), 27 ottobre 2017 -  I pestaggi, le estorsioni accompagnate da una violenza mai vista, lo spaccio di droga nel centro di Cantù e poi gli arresti per mafia e il velo che si alza sulla presenza della criminalità organizzata in un territorio spesso considerato immune, hanno scosso tanti erbesi e canturini. Lo si è notato mercoledì sera a Erba, nella sala Isacchi, quando nell’incontro con il magistrato della Direzione distrettuale antimafia Alessandra Dolci molte persone non sono nemmeno riuscite ad entrare nell’aula gremita per la serata "Le mafie al Nord", organizzata dal Circolo Ambiente Ilaria Alpi.

«A Cantù sono emersi fatti gravissimi. Ci sono stati pestaggi di una brutalità spaventosa. Un ragazzo a terra nella piazza principale della città che viene preso a calci e pugni con azioni che potevano avere conseguenze devastanti - dice il pm Alessandra Dolci -. Eppure c’è chi crede ancora che si tratti di ragazzate. Se noi riteniamo che questa sia una cosa banale allora non abbiamo capito niente. Chi non sa, non vede, e siamo ancora qui a parlare di “mafia silente” al Nord». All’indomani dell’esecuzione dei nove arresti arrivati a conclusione delle indagini dei carabinieri di Cantù e della Dda di Milano è emerso come il gruppo che gravitava attorno alla famiglia Morabito, stesse cercando di assumere il controllo del territorio, oramai in aperto contrasto con la trentennale gestione di Canturino e Marianese di Salvatore Muscatello. «Dobbiamo tenere le antenne dritte - continua il magistrato - Sapendo che c’è una situazione allarmante. È importante che lo faccia io, ma soprattutto voi - ha detto rivolgendosi al pubblico, fra i quali c’erano anche tanti giovani -. Mi aspetto la collaborazione di tutti voi nel caso sia ritenuto necessario». Il magistrato ha ripercorso le ultime operazioni che hanno inferto duri colpi alla criminalità in Lombardia e in particolare sul territorio lecchese e comasco. A partire da “Infinito”, ricordando come il terreno fertile per una presenza massiccia dell’ndrangheta negli affari del nord l’abbiano creato anche certi imprenditori che si mettono nelle mani della mafia. «Per convenienza».

«Guardate il caso di Ivano Perego. Ha fatto cannibalizzare dalla mafia un’impresa che era leader nel settore del movimento terra e cosa ne ha ottenuto? 12 anni di reclusione. Tutto ciò evidentemente non è stato un monito per altri imprenditori che continuano a rivolgersi alla criminalità organizzata per risolvere qualsiasi problema senza accorgersi che si ritrovano le aziende infiltrate e poi svuotate». Secondo il magistrato ciò che ha favorito l’espandersi della mafia negli affari della Lombardia è stato anche un certo silenzio. «Uno dei problemi principali negli ultimi anni è stato quello di sottacere la presenza dell’ndrangheta sul territorio per svariati motivi. Perché fa cattiva pubblicità, quasi fosse un danno di immagine per il Nord e siamo andati avanti a nascondere lo sporco sotto il tappeto fino a quando non ci siamo trovati la mafia infiltrata anche nella politica».

Nella serata organizzata dal Circolo ambiente Ilaria Alpi, con il patrocinio di Comune di Como, Comune di Erba, Arci Xanadù e Libera si è parlato anche di vittime della criminalità.

«Sembra un paradosso parlare di vittime della mafia in questo territorio - ha spiegato Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente Ilaria Alpi -, ma anche qui ci sono persone che devono fare i conti fenomeni di estorsione. La criminalità organizzata è un problema presente da decenni, tanto che anche a Erba si è scoperta la presenza di una “locale” di ’ndrangheta. L’obiettivo è quello di far sapere che anche qui esistono sportelli, come quello della Camera di Commercio di Como (sportello RiEmergo) o Sos giustizia di Libera che servono per denunciare questi casi e garantiscono l’anonimato.

L’interesse dunque resta molto alto, tanto che i tre incontri organizzati nei mesi scorsi dal Circolo Ambiente nei comuni del territorio per sensibilizzare i residenti sul tema della presenza della mafia verranno replicati e si trasformeranno ora in altri cinque appuntamenti che si svolgeranno nei mesi di novembre e dicembre a Lurago, Carugo, Mariano, Arosio e Inverigo.

Il primo si svolgerà mercoledì 8 novembre a Lurago d’Erba “La lotta alla corruzione e il monitoraggio civico“. Il 15 novembre sarà la volta di Carugo: “Una comunità antimafia: i social, la rete“. Il 22 invece a Mariano con “Le reti istituzionali antimafia e l’utilizzo dei Beni confiscati. Il 29 novembre ad Arosio si svolgerà la serata “L’assistenza alle vittime della criminalità organizzata e il racket della prostituzione“. Il 6 dicembre a Inverigo ci sarà l’incontro con il procuratore capo di Como Nicola Piacente.