Morto di meningite, centinaia di palloncini per salutare Mirko: "Ci è stato portato via"

Al funerale lacrime e dolore perché non ci sono parole per spiegare la scomparsa di un ragazzo

Il funerale di Mirko, morto di meningite

Il funerale di Mirko, morto di meningite

Magenta (Milano), 1 ottobre 2017 Non ha mai distolto lo sguardo da mamma Fadhila, da papà Giovanni, dal fratello Francesco. Don Emanuele Salvioni si è rivolto a loro nel giorno del funerale di Mirko Piraino, il tredicenne ucciso dalla meningite. «Una malattia che non ti lascia nemmeno il tempo di capire che sei malato e ti trovi già al cospetto di Dio», ha detto il sacerdote. Ieri a Robecco sul Naviglio era il giorno delle lacrime, del dolore. Perchè non ci sono parole che possano spiegare la scomparsa di un ragazzo. Non ci sono per nessuno, figurarsi per i genitori e per un fratello. Non c’è spazio per le polemiche o per altro. Solo per le grandi parole di speranza. Quella nella Resurrezione».

«Oggi noi siamo come Maria di Magdala – ha detto don Emanuele – E stiamo dicendo: ‘L’hanno portato via’. Ma dobbiamo avere la forza di guardare in alto e trovare il progetto di Dio». Una lunga fila silenziosa è entrata fin dal primo pomeriggio, nella chiesa di san Giovanni Battista. Tantissime persone. Giovani e anche meno giovani. perché a Robecco tutti si conoscono. Gli animatori, i catechisti e tutti quelli che frequentano l’oratorio. A Robecco tutti vanno all’oratorio e tutti conoscevano Mirko». «Non era uno che si mostrava – continua il sacerdote –. Non era mai il protagonista. Ma la sua semplicità era contagiosa e piaceva a tutti». I catechisti tutti insieme hanno usato una frase di don Oreste Benzi e, nella lettera alla fine della cerimonia funebre, l’hanno rivolta alla famiglia: «Sono morto per chi mi vede, ma in realtà la morte non esiste. Se chiudo gli occhi per questa vita li sto aprendo all’infinito di Dio». 

Una famiglia che ha fatto mille sacrifici per crescere due figli. «Vi ricordo ancora quando siete venuti per il matrimonio – ha detto il parroco – in voi era lampante l’amore. Quell’amore che ancora oggi è la vostra vera forza». Fuori, sul sagrato della chiesa, i palloncini bianchi hanno salutato Mirko. Un applauso commosso. Il silenzio, rotto solo dai pianti strazianti. Preziosa la solidarietà della comunità robecchese. L’amministrazione comunale ha voluto mostrare la sua vicinanza. E così tutti gli amici.