GIOVANNI CHIODINI
Cronaca

'Ndrangheta a Sedriano, il sindaco è assolto: "È la fine di un incubo"

Nessun ricorso dopo la sentenza di primo grado. Sedriano è stato il primo Comune in Lombardia sciolto per 'ndrangheta

Alfredo Celeste

Alfredo Celeste

Sedriano (Milano), 4 novembre 2017 - «È la fine di un incubo. Stavolta posso dire che sono in perfetto accordo con l’operato della Procura milanese. Non sono un mafioso e non ho mai corrotto nessuno nella mia attività di amministratore pubblico. Sono soddisfatto che sia stata riconosciuta la mia innocenza, anche se mi sono lasciato alle spalle cinque anni difficili, che non auguro a nessuno. Ringrazio chi mi è sempre stato vicino nei momenti più delicati di questa assurda vicenda, ad iniziare dalla mia famiglia».

La vicenda giudiziaria che ha avuto come protagonista l’ex sindaco Alfredo Celeste si è formalmente conclusa con la decisione assunta dalla Procura di non presentare ricorso alla sentenza di primo grado, quella emessa a febbraio, con la quale il Tribunale di Milano assolveva Celeste dall’accusa di corruzione «perché il fatto non sussiste». Per questa accusa nel 2012, quando era sindaco, Celeste era finito agli arresti domiciliari per tre mesi. L’ex primo cittadino era finito nell’inchiesta sui legami tra Domenico Zambetti e figure legate alla ’ndrangheta lombarda per la compravendita di voti per le elezioni regionali del 2010. Per Celeste il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a tre anni e mezzo di reclusione. Di parere contrario è stato invece il giudice, che lo ha assolto, alla pari del dottor Marco Scalambra, coinvolto nella stessa indagine. Anche a causa di quella vicenda, nell’ottobre del 2013 il Prefetto svolse un’indagine e il ministero degli Interni sciolse il Consiglio comunale di Sedriano.

Oggi su tutta questa vicenda cala il sipario senza però un retrogusto di amarezza. «Amarezza per tutto quello che si è detto e si è scritto senza motivo» commenta Celeste.

Oggi l'ex sindaco è tornato ad insegnare. «Potevo andare in pensione ma ho preferito tornare dietro ad una cattedra - aggiunge -. Insegno religione al Carlo Porta di Milano, un istituto alberghiero. Ai ragazzi testimonio spesso la mia esperienza e dico loro che nella vita non ci sono mai episodi e vicende che non si possono superare». «Bisogna avere fede, come l’ho avuta io in tutti questi anni». Difficilmente però Celeste tornerà ad impegnarsi a livello politico cittadino o territoriale. «Non me la sento di rappresentare delle istituzioni che non sono in grado di tutelare chi le rappresenta, ad iniziare dalla Prefettura. Anche a livello politico non me la sento di prendere in futuro nuovi incarichi. Non rinnego la mia fede nel centrodestra. Sarò sempre disponibile con gli amici che vorranno da me qualche consiglio, ma non farò altro. Torno ad essere un cittadino, rispettabile. Ma solo un cittadino» afferma Celeste.