Epifania, Delpini: silenzio e pace contro frenesia e impazienza

Milano, 6 gennaio 2018 - La testimonianza dei Magi "contesta l'orientamento del fare" che sfocia nella "frenesia" e "nell'impazienza", e questo perché "l'inclinazione all'agitazione e all'irrequietezza che non può fermarsi, non può sostare, non sopporta il silenzio e la pace". E' uno dei passi dell'omelia dell'arcivescovo Mario Delpini in occasione della messa dell'Epifania che si è svolta oggi in Duomo. Delpini ha messo in risalto gli insegnamenti che derivano dalla figura dei Magi: "nell'offerta dei doni al Bambino si riconosce il compimento, a che cosa servono le ricchezze della terra, l'oro, l'incenso, la mirra? I Magi dichiarano: tutte le ricchezze della terra hanno uno scopo e una utilità: diventare un dono per dare gloria al Bambino. La testimonianza dei Magi contesta così l'uso delle ricchezze mondane che sembra raccomandato dalla società individualistica e utilitaristica". 

Secondo l'arcivescovo "sembra che lo spirito del nostro tempo raccomandi di usare le ricchezze per generare ricchezza, di accumulare l'oro per arricchire, di trattenere quello che si possiede per possedere sempre di più. Nel vedere il segno della presenza di Dio nel Bambino si riconosce il compimento: dove porta tutta l'attività e l'intraprendenza umana, la capacità di fare cose, di progettare iniziative? I Magi dichiarano: tutto il fare si compie nell'adorare, tutto l'essere si compie nella pace che si ferma davanti al Bambino". Per cui, ha sottolineato, "la testimonianza dei Magi contesta così l'orientamento del fare verso la frenesia e l'impazienza, l'inclinazione all'agitazione e all'irrequietezza che non può fermarsi, non può sostare, non sopporta il silenzio e la pace".