Quartiere Adriano, blitz anti immigrati: Sos a Salvini

Bruciarono giacigli abusivi, 9 a processo. Chiedono solidarietà al leader della Lega

I vigili del fuoco intervenuti nel palazzo della vergogna di via Mulas

I vigili del fuoco intervenuti nel palazzo della vergogna di via Mulas

Milano 26 gennaio 2018 - «Matteo Salvini, sostieni la nostra battaglia». È l’appello lanciato da nove persone sotto processo per il blitz in via Adriano del 4 settembre 2016, durante il quale un gruppo di residenti diede fuoco ai giacigli di fortuna di extracomunitari che avevano occupato uno stabile abbandonato da tempo. Gli imputati sostengono di aver agito per lo «stato di risentimento ed esasperazione causato dai continui reati» commessi nel quartiere, volevano «recuperare le borsa scippata a una donna mentre era al parco con la bambina e sgomberare l’edificio dall’occupazione abusiva di delinquenti, sostituendosi alle istituzioni attivate invano più volte per la messa in sicurezza della zona».

Hanno scritto quindi una lettera al leader della Lega, che ha fatto della sicurezza e del contrasto all’immigrazione clandestina uno dei temi cardine della campagna elettorale, chiedendo «solidarietà e sostegno». Intanto ieri però si è aperto il processo davanti alla sesta sezione penale del tribunale. Un’udienza subito rinviata al 23 febbraio per chiarire, come hanno chiesto i difensori, lo stato del procedimento a carico di una decima persona, che partecipò al blitz ma non compare nel decreto di citazione diretta a giudizio emesso dal pm Gianluca Prisco. «Qualora fosse stato archiviato – spiega uno dei difensori, l’avvocato Maria Teresa Zampogna – chiederemo l’immediato proscioglimento di tutti gli imputati per insussistenza del reato. Loro ritengono di aver semplicemente esercitato arbitrariamente le loro ragioni. Il danneggiamento dei giacigli non è più reato perché è stato depenalizzato – prosegue – e paradossalmente non saprebbero neanche dove rintracciare i clandestini per potergli risarcire i danni».

Sono stati citati dalla difesa 50 testimoni, tra cui i vertici delle forze dell’ordine, il prefetto Luciana Lamorgese e il sindaco Giuseppe Sala per «riferire in relazione a mozioni e interrogazioni presentate al Comune di Milano e agli eventuali provvedimenti per la messa in sicurezza dell’edificio abbandonato e per lo sgombero delle occupazioni abusive». In quel periodo, infatti, si era scatenata una battaglia politica sulla sicurezza in via Adriano, dopo un’escalation di furti, rapine e anche una violenza sessuale. Il 4 settembre 2016 i residenti assaltarono lo stabile abbandonato, da anni simbolo del degrado nel quartiere, approfittando dell’assenza degli occupanti, dando fuoco con la benzina ai giacigli di fortuna fino all’intervento delle forze dell’ordine.

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