L'ex sindaco di Seregno: "Che vengano le elezioni, io non andrò più a votare"

Edoardo Mazza, arrestato nell'inchiesta tra corruzione e 'ndrangheta: mi sono dimesso perché tengo alla città

L'ex sindaco di Seregno, Edoardo Mazza

L'ex sindaco di Seregno, Edoardo Mazza

Seregno, 26 ottobre 2017 - "Mi sono subito dimesso da sindaco perché io e quelli vicini a me amiamo la nostra città e non riteniamo che si meriti quello che sta succedendo. E quindi che venga il commissario, che facciano le elezioni, io della politica... non andrò neanche più a votare". È un Edoardo Mazza amareggiato quello che parla davanti al gip del Tribunale di Monza Pierangela Renda nell’ultimo interrogatorio che comunque, a un mese dal suo arresto per l’inchiesta della Procura di Monza per corruzione nell’urbanistica al Comune di Seregno con presunto voto di scambio all’ombra della ’ndrangheta, lo vede ancora agli arresti domiciliari.

Al giudice l’ex primo cittadino ha negato favoritismi al costruttore Antonio Lugarà per la vicenda del Piano Attuativo presentato dalla società GAMM per realizzare un supermercato nell’area dismessa ex Dell’Orto. "In realtà a GAMM è stato risposto no, perché se avessimo voluto fare un favore a GAMM gli avremmo risposto si e gliel’avremmo trasformata da produttiva a residenziale questa benedetta area - ha dichiarato Edoardo Mazza - Invece è il contrario, gli abbiamo risposto no, tu segui la strada che devono seguire tutti, seguendo i parametri che prevedono oneri a favore del Comune". Con riguardo a Lugarà, Mazza ha sostenuto che "nel 2015 me lo sono trovato un po’ di volte alle manifestazioni elettorali. Cioè, me lo sono trovato... lo vedevo. E in quel caso, io ero il candidato sindaco e mi fermavo a parlare con chiunque compreso Lugarà... E poi me lo sono trovato anche a un aperitivo elettorale in una piazza in centro a Seregno... ne hanno parlato tutti i giornali. In quel caso mi sono sentito una vittima... Hanno partecipato almeno cento persone e io penso di avere partecipato non più di venti minuti. Non sapevo chi l’avesse pagato, sicuramente non Lugarà, che per questa campagna elettorale non mi ha pagato una cena, un aperitivo, una colazione o un caffè".

Mazza nega anche il voto di scambio. "Io presumo che Lugarà, più di dare i voti direttamente a me, li abbia dati al consigliere Stefano Gatti... io non sapevo che era il suo prestanome... ma tenga presente che io ho preso quasi settemila voti, Gatti ne ha presi 72, quindi io sinceramente non so quale valore aggiunto abbia dato questo Lugarà a questa campagna elettorale se ci ha sostenuto... era Lugarà che si faceva vanto di portare Mantovani in giro. A me che portasse Mantovani non me ne fregava niente, perchè Mantovani per me non ha mosso un dito. Se io sono stato candidato a Seregno. è perché la gente mi conosceva e la mia candidatura si è messa ai voti in una riunione con Fabrizio Sala, coordinatore provinciale di Forza Italia, il suo vice Francesco Giordano e i consiglieri comunali del mandato 2010-2015". Sul perché Lugarà continuasse a telefonargli, Mazza ha dichiarato: "Lugarà in effetti mi ha martellato di telefonate. Manifestava una grandissima frustrazione perchè assumeva di essere stato boicottato perché era Lugarà e io gli dicevo che se per gli uffici la pratica era a posto, non c’era motivo che non andasse avanti. Cercavo di tamponarlo, di tenerlo buono. Da qui la frase ‘ogni promessa è un debito’ quando il Piano è stato approvato".