Vigevano, Papa Francesco: "Teresio Olivelli beato, suo sacrificio sia seme di speranza"

La cerimonia si è svolta sabato nel Pavese, oggi il ricordo del Santo Padre dopo l'Angelus

Cerimonia di beatificazione Teresio Olivelli a Vigevano

Cerimonia di beatificazione Teresio Olivelli a Vigevano

Vigevano (Pavia), 4 febbraio 2018 -  "A Vigevano, è stato proclamato Beato il giovane Teresio Olivelli, ucciso per la sua fede cristiana a 29 anni, il 17 gennaio nel 1945, nel lager di Hersbruck". Lo ha annunciato Papa Francesco dopo l'Angelus, ricordando alla folla dei fedeli che il martire partigiano "ha dato testimonianza a Cristo nell'amore verso i piu' deboli e si unisce alla lunga schiera dei martiri del secolo scorso". "Il suo eroico sacrificio - ha invocato Bergoglio - sia seme di speranza e di fraternita' soprattutto per i giovani". Nell'omelia della celebrazione di Vigevano,  il cardinale Amato ha esaltato la figura di Olivelli - il "ribelle per amore" come spesso e' chiamato ricordando la preghiera da lui stesso composta - patriota eroico e cattolico virtuoso, che "combatte' il male con tutte le sue forze di fede e intelligenza non "con armi letali, ma con quella energia benefica e divinamente invincibile che e' la carità". 

Presente una folla, oltre 3mila fedeli, che ha assistito alla procalamazione in un palazzetto dello sport di Vigevano quasi pieno. La causa di beatificazione, iniziata nel 1987, si è conclusa con il riconoscimento del suo martirio. Nel lager Olivelli - originario di Bellagio - si prodigò per dare sostegno materiale e spirituale ai compagni di prigionia. Regalò i suoi unici vestiti a un compagno, offriva il proprio cibo a chi stava male, intervenne per cercare di proteggere un giovane ucraino pestato dai kapo per aver rubato un pezzo di pane. In quest'ultima circostanza venne colpito con un violento calcio al ventre dai suoi carcerieri. Ormai ridotto ad un corpo magro ed emaciato, non si riprese più. 

La celebrazione è stata presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, e concelebrata da una quindicina di vescovi, tra i quali quello di Milano monsignor Mario Delpini, quello di Como (diocesi in cui Olivelli era nato, a Bellagio) monsignor Oscar Cantoni, quello di Vigevano (dove era cresciuto) monsignor Maurizio Gervasoni, e quello di Bamberg (l'arcidiocediocesi bavarese in cui si trova Hersbruck) monsignor Ludwih Schick. "La sua - ha affermato il cardinale Amato nell'omelia - è stata la morte di un giusto vincitore sui suoi carnefici". Alla cerimonia presenti numerosi alpini arrivati da tutto il nord Italia e gli esponenti delle associazioni di cui Olivelli aveva fatto parte, l'Azione Cattolica e la San Vincenzo. C'erano anche l'ex segretario della Cisl Franco Marini e Pierluigi Castagnetti, come presidente della Fondazione legata al campo di Fossoli, in cui Olivelli fu rinchiuso per un periodo prima di essere deportato in Germania. In prima fila il compagno di prigionia Venanzio Gibillini, 93 anni, accanto al nipote Diego Olivelli, figlio del fratello Carlettore.