LE OPINIONI

IL COMMENTO Il Venerdì Santo, i misteri procidani e il veto alle donne

Di Giacomo Retaggio

Pare che anche quest’anno (e questo, si, nelle migliori tradizioni) la processione del Venerdì Santo procidano si trasporti dietro una sequela di polemiche che si estrinsecano in mugugni sotterranei o in azioni di proteste vere e proprie di una certa teatralità. Ma qual è il motivo di tale stato di cose? La decisione da parte del Governo commissariale della Congrega dei Turchini di ammettere la partecipazione delle donne alla Processione dei Misteri. “Deinde ira!”  Molti procidani hanno gridato al sacrilegio in nome della tradizione. che vede da sempre tale manifestazione appannaggio dei soli maschi. Si è fatto sempre così! Dove il “sempre così” assume il valore di un assioma se non addirittura di una verità evangelica. Ma ragioniamo con calma e secondo i criteri della logica: perché le donne non potrebbero preparare e portare il Mistero a venerdì Santo? Fanno parte per disposizione curiale, a pieno titolo delle Congreghe, con tutti i diritti ed i doveri che ciò comporta, e poi non potrebbero partecipare attivamente alla Processione. Assurdo! Premesso che Cristo non ha mai distinto le persone in base al genere (anzi, pare che si sia trovato sempre a suo agio in mezzo alle donne) cosa impedirebbe la partecipazione di queste a tale evento? Risposta dei cosiddetti “puristi”: “La tradizione non lo contempla. La processione è stata sempre appannaggio dei maschi. Ed è così da quattrocento anni”. Tutto vero. Ma allora se vogliamo ragionare in questi termini bisogna rinnegare qualsiasi passo in avanti della società.

La Chiesa, però, nella sua immensa e millenaria saggezza, ha compreso benissimo che il mondo è in rapida evoluzione e si adegua ai tempi, pur senza incidere sulle verità sostanziali. Se vogliamo rispettare la “tradizione”, occorre rispondere ai sostenitori di quest’ultima, sarebbe il caso di ritornare all’antico “corteo penitenziale” che si svolgeva all’interno del borgo della Terra Casata (e non ancora murata) fustigandosi a sangue secondo le abitudini del tempo. Siete voi disposti a questo estremo, ma tradizionalissimo sacrificio? Penso proprio di no. E allora quale tradizione andate invocando? Mi rendo conto che inserire le donne nella processione del Venerdì Santo rappresenta una piccola rivoluzione, ma con il tempo tutto si digerisce e si assimila. Pensavate voi di abituarvi a tutte le novità dell’ultimo Concilio? Eppure oggi non sapremmo più farne a meno ed assistere a qualche funzione religiosa messa in atto con il sistema preconciliare ci farebbe inorridire.

Diceva un vecchio filosofo greco circa quattromila anni fa che “panta rei”, tutto scorre. E scorre anche molto in fretta, aggiungo io. Narrano le cronache giornalistiche dell’ultimo Concilio che. di fronte alle novità ed agli stravolgimenti che si stavano preparando per la Chiesa, un vecchio cardinale, frastornato Dalle notizie che gli giungevano, si aggirava sconsolato per il Vaticano mormorando: “Perché? Perché mi fanno questo? Io voglio morire cattolico”. Il buon uomo, chiuso nelle proprie idee, riteneva addirittura che il Concilio con le sue innovazioni avrebbe creato una nuova religione a cui lui non si sentiva di aderire. Ma come è nata la questione delle donne? Le associazioni “Ragazzi dei misteri” e Isola di misteri” hanno inviato una lettera al padre spirituale, don Marco Meglio, ed ai Commissari curiali che attualmente gestiscono la Congrega dei Turchini, caldeggiando la partecipazione delle donne alla processione. La richiesta, come era logico, è stata accolta.  Di qui la guerra e le proteste. Io, però, vorrei fare qualche considerazione: Procida, come tutta l’Italia, ha una natalità pari allo zero. Dei bambini che nascono, una volta compiuti i diciotto anni, una buona metà va a navigare; l’altra metà, sia maschi che femmine, si disperdono in giro per l’Europa o per il mondo nelle varie Università, quelli che rimangono a Procida e si cimentano nella preparazione dei Misteri, perché spinti dalla passione, sono pochissimi. Questa decrescita è un fenomeno inarrestabile.

La preparazione dei Misteri, e di conseguenza la stessa Processione del Venerdì Santo, rischia in una decina d’anni di scomparire per mancanza di mano d’opera a meno che nell’organizzazione dell’evento non si faccia una trasfusione di energie ed entusiasmi nuovi, quali possono essere quelli apportati dalle donne. Il Venerdì Santo procidano è un evento unico nel suo genere, profondamente radicato nell’animo degli isolani (per lo meno fino ad oggi), ma è anche un organismo molto fragile e delicato, esposto all’usura del tempo (ha quattrocento anni di vita) e della consuetudine che necessita di una cura e di un’assistenza costanti che si dovrebbero concretizzare, questo si, nel segno della tradizione, in una maggiore spiritualità dell’evento ed in una maggiore aderenza al messaggio di Cristo. E chi mi dice che non ci potrebbero riuscire proprio le donne in questa necessaria ed indilazionabile metamorfosi del Venerdì Santo procidano?

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