Pace, fratellanza, cooperazione. Sono queste le parole chiave che suggellano il nuovo corso dei rapporti tra Eritrea e Etiopia. Il Consolato dello Stato d’Eritrea in Puglia, con sede a Bari, è ben lieto di riportare le ottime notizie che giungono dai due Paesi del Corno d’Africa, e auspica che proprio la Puglia e Bari possano presto essere luogo d’incontro e di dialogo tra i rappresentanti diplomatici dei due stati.
“Lo storico abbraccio di domenica scorsa tra il presidente d’Eritrea, Isaias Afwerki, e il premier etiopico Abiy Amhed, avvenuto ad Asmara, dopo vent’anni di guerra e dopo la condizione di “né pace né guerra” successiva agli accordi di Algeri del 2002, dà avvio a una nuova storia, un nuovo futuro. Un futuro che tiene conto soprattutto del grande vantaggio che la pace finalmente porterà ai due popoli e all’intera area del Corno d’Africa, dove delicatissimi sono gli equilibri che si fondano su interessi di ordine economico, oltre che sociale e politico – dichiara Francesco Paolo Bello, Console onorario dello Stato d’Eritrea in Puglia -. Positivo è di sicuro il fatto che il primo ministro etiope si sia fatto carico di chiedere ai rappresentanti delle Nazioni Unite, la revoca delle sanzioni nei confronti dell’Eritrea, che sussistono nonostante sia stata ampiamente provata l’estraneità dell’Eritrea ai fatti contestati. E le belle notizie si susseguono di minuto in minuto. Basti pensare che giusto ieri sono state ripristinate le comunicazioni tra i due Paesi, ferme per vent’anni, il che prefigura anche uno sviluppo della telefonia mobile e delle connessioni internet, fondamentali in ogni settore, ai nostri giorni”.
In conclusione, l’accenno al ruolo strategico dell’Italia e della Puglia e di Bari nel nuovo contesto. “Mi auguro che questo nuovo corso inauguri anche una stagione di reale cooperazione tra Italia e Eritrea. La Puglia e Bari in particolare possono svolgere un ruolo importantissimo in queste dinamiche, facendosi promotrici di iniziative per accelerare il percorso avviato dai due Paesi, e pensare a modelli di investimento che favorirebbero lo sviluppo dell’area africana, grazie anche al supporto delle nostre imprese”.
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