Siracusa, ex carabiniere ucciso durante rapina, ma è mistero sulla morte: nel ’92 era scampato a un agguato di Cosa Nostra

Siracusa, ex carabiniere ucciso durante rapina, ma è mistero sulla morte: nel ’92 era scampato a un agguato di Cosa Nostra
di Mario Meliadò
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Giovedì 1 Marzo 2018, 18:41 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 12:54
Delitto premeditato o rapina “finita male”? Un quesito difficile da risolvere, quello relativo al fatto di sangue verificatosi in contrada Sabbuci a Lentini, nel Siracusano, dove ieri è stato assassinato il 59enne Luigi Venezia, ex carabiniere catanese a lungo apprezzato componente della squadra speciale dei “Lupi”.
 
A entrare in azione almeno due persone a volto coperto, secondo quanto riferito da più testimoni diretti di quanto accaduto: i malviventi, forse alla ricerca di un bottino prezioso, avrebbero infranto a colpi di rivoltella il finestrino della jeep dell’ex militare, che a questo punto avrebbe tentato di reagire con la sua pistola, finendo per soccombere.
Fra i testimoni, in particolare una prostituta romena che “esercita” in zona avrebbe avallato l’ipotesi del tentativo di rapina sfociato nel sangue.
 
Ma sono tante le cose che non tornano. Il 59enne già per anni nella Benemerita è stato centrato da un colpo alla testa: inusuale, da parte di rapinatori, anche a fronte di una reazione pericolosa da parte del rapinato. L’arma che Luigi Venezia portava con sé, peraltro, sul luogo in cui ha perso la vita fin qui non è stata rinvenuta. E neppure si riesce a capire per quale motivo l’ex carabiniere – che viveva a San Giovanni La Punta, in provincia di Catania – si trovasse in quella zona di Lentini intorno alle 13,30 di un qualsiasi mercoledì.
 
Ad ammantare di “giallo” l’intera vicenda, poi, un terribile precedente: il 30 settembre del 1992 alcuni killer tentarono di uccidere il brigadiere, lungo la circonvallazione di Acireale – nel Catanese –, esplodendo contro la sua auto diversi colpi di fucile caricato a pallettoni e colpendolo effettivamente, ma per sua fortuna solo al gomito. Venezia, benché ferito, riuscì a scendere dal veicolo e a rispondere al fuoco di quelli che, secondo gli investigatori, sarebbero stati sicari mandati a ucciderlo dal clan Laudani, forse perché investigatore che aveva “scavato” troppo a fondo nei confronti della “famiglia” di Cosa Nostra. Ma non si può escludere qualche altra ragione che avesse a che fare diversamente con le attività del clan mafioso.
 
Soprattutto, le testimonianze fin qui non hanno fatto chiarezza su una circostanza che potrebbe anche rivelarsi decisiva: a quanto pare, al momento in cui è stato ucciso, Luigi Venezia non era da solo.
Ma non si è riusciti ad averne la certezza, né tantomeno – in caso – ad appurare chi fosse in sua compagnia e per quale ragione. 
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