Libano, Gran Mufti: mantenere relazioni fraterne con Arabia Saudita

Libano, Gran Mufti: mantenere relazioni fraterne con Arabia Saudita
di Elena Panarella
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Sabato 11 Novembre 2017, 16:51
Nel mezzo della crisi innescata dalle dimissioni annunciate una settimana fa dal premier Saad Hariri con un discorso dalla capitale saudita Riad, scende in campo il Gran Mufti del Libano, lo shaykh Abdellatif Daryan, che ha sottolineato l’importanza di mantenere le «relazioni fraterne» e i rapporti «storici» con l’Arabia Saudita. 

Ma le polemiche non si placano: ieri, infatti, Hasan Nasrallah, il leader del movimento sciita libanese Hezbollah storicamente sostenuto da Teheran, ha denunciato come Hariri sia «agli arresti in Arabia Saudita» e ha condannato «le palesi interferenze» della monarchia del Golfo «negli affari interni del Libano». Anche il presidente libanese Michel Aoun ha chiesto all’Arabia Saudita di «chiarire le ragioni che hanno sinora impedito il ritorno in Libano» di Hariri. «Il Libano non accetta che il suo premier sia in una situazione in contrasto con gli accordi internazionali», ha detto Aoun. Il presidente ha incontrato una delegazione in vista della Maratona di Beirut, in programma domani nella capitale libanese, e ha invitato i partecipanti a «correre per il ritorno di Hariri in Libano». «La Maratona di Beirut sarà un evento nazionale in solidarietà con il premier Hariri e per il suo ritorno in patria», ha sottolineato Aoun, ricordando i «rapporti di fratellanza e amicizia» tra il Paese dei Cedri e la monarchia del Golfo. 

 Intanto la coalizione araba a guida saudita ha revocato l’ordine di chiusura per i gli aeroporti di Aden e Seiyoun, in Yemen. Il ministro dei Trasporti del governo yemenita sostenuto da Riad, Murad al-Halimi, ha confermato che la «coalizione ha riaperto» i due scali. E così domani riprenderanno i voli della compagnia aerea Yemen Airways, sospesi da lunedì scorso. La coalizione guidata dall’Arabia Saudita aveva deciso di «chiudere temporaneamente» i porti, gli aeroporti e i valichi di confine del Paese dove dal marzo del 2015 è impegnata a combattere i ribelli sciiti Houthi. La misura era stata decisa dopo l’attacco con il missile lanciato nei giorni scorsi dai ribelli in Yemen e intercettato nei pressi dell’aeroporto di Riad. Nella notte, stando ad alcune testimonianze, i caccia della coalizione saudita hanno bombardato nella capitale yemenita Sanàa il ministero della Difesa controllato dagli Houthi. L’edificio sarebbe finito nel mirino di almeno due bombardamenti. Un terzo raid, secondo le stesse fonti, ha colpito una zona residenziale nei pressi del ministero: due abitazioni sono andate distrutte e otto persone sono rimaste ferite.  Dall’attacco con il missile di domenica scorsa sono aumentate le operazioni della coalizione contro obiettivi degli Houthi che controllano ampie zone dello Yemen. L’Iran è accusato di sostenere i ribelli. La notizia della riapertura dei due aeroporti di Aden e Seiyoun arriva dopo l’allarme lanciato nei giorni scorsi dall’Onu e da diverse organizzazioni umanitarie internazionali, secondo cui 17 milioni dei 27 milioni di yemeniti sono colpiti da una grave insicurezza alimentare. Il conflitto nel Paese ha fatto più di diecimila morti e gli sfollati sono più di tre milioni.  
L’Iran punta il dito verso l’Arabia Saudita: «è la culla del terrorismo», tuona il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Bahram Qassemi, in risposta all’intervista alla Cnbc del capo della diplomazia saudita, Adel al-Jubeir. Qassemi ha accusato il ministro saudita di distorcere i fatti nel tentativo di distogliere l’attenzione dalle «attività destabilizzanti» della monarchia del Golfo nella regione. «L’Arabia Saudita è la culla dell’ideologia estremista, l’incarnazione del terrorismo, è responsabile di palesi interferenze negli affari interni degli altri Paesi della regione e allo stesso tempo con l’inganno accusa gli altri Paesi di sostenere il terrorismo», ha detto Qassemi.  

 Critiche al principe ereditario saudita Mohamed bin Salman arrivano anche dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, scettico dopo la promessa del giovane uomo forte di Riad che ha detto di voler riportare l’Arabia Saudita all’«Islam moderato» e «tollerante». «L’Islam non può essere né moderatò né non moderato. L’Islam può essere solo una cosa», ha sostenuto Erdogan. «Di recente il concetto di Islam moderato ha attirato l’attenzione. Ma a brevettare questo concetto è stato l’Occidente», ha detto il leader turco ad Ankara durante un evento dell’Organizzazione della cooperazione islamica (Oci). Erdogan ha sostenuto che «diversi anni fa» il «concetto di Islam moderato» è emerso «durante incontri al Parlamento europeo» e ora - ha detto - si «sta cercando di rilanciare questa idea». «In realtà vogliono solo indebolire l’Islam», ha aggiunto Erdogan.
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