Papa Francesco ai politici: «L'accoglienza ai migranti ha dei limiti, serve prudenza»

Papa Francesco ai politici: «L'accoglienza ai migranti ha dei limiti, serve prudenza»
di Franca Giansoldati
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Venerdì 24 Novembre 2017, 12:14 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 11:12

Città del Vaticano -  Papa Francesco ormai non ha dubbi: l'accoglienza dei migranti ha dei limiti oggettivi, concreti. Accogliere sì, ma con «prudenza», «considerando le esigenze di tutti i membri dell’unica famiglia umana e il bene di ciascuno di essi». La quadratura del cerchio tra flussi di migranti e soglie di massima tolleranza sul numero dei richiedenti spetta ai governanti, alla loro lungimiranza e alla capacità di avere uno «sguardo contemplativo, capace di «guidare il discernimento dei responsabili della cosa pubblica, così da spingere le politiche di accoglienza fino al massimo dei limiti consentiti dal bene comune rettamente inteso». Tutto dovrebbe passare dal grande snodo dell'integrazione. Integrare, spiega il Papa nel Messaggio mondiale della Pace, quest'anno dedicato al dramma di 250 milioni di persone in fuga da miseria, persecuzioni, guerre, siccità, cataclismi naturali, «significa permettere a rifugiati e migranti di partecipare pienamente alla vita della società che li accoglie, in una dinamica di arricchimento reciproco e di feconda collaborazione nella promozione dello sviluppo umano integrale delle comunità locali». Come scriveva San Paolo «così da non essere più stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio». Insomma il problema vero è dei politici che dovranno conciliare flussi sempre più pressanti alla reale capacità di tolleranza delle regioni d'arrivo. Una equazione difficile che interessa tanto l'America quanto l'Europa.

«Promuovere rimanda al sostegno allo sviluppo umano integrale di migranti e rifugiati. Tra i molti strumenti che possono aiutare in questo compito, desidero sottolineare – suggerisce il Papa - l’importanza di assicurare ai bambini e ai giovani l’accesso a tutti i livelli di istruzione: in questo modo essi non solo potranno coltivare e mettere a frutto le proprie capacità, ma saranno anche maggiormente in grado di andare incontro agli altri, coltivando uno spirito di dialogo anziché di chiusura o di scontro».

Scrive il Papa: «Praticando la virtù della prudenza, i governanti sapranno accogliere, promuovere, proteggere e integrare, stabilendo misure pratiche, nei limiti consentiti dal bene comune rettamente inteso, per permettere quell’inserimento. Essi hanno una precisa responsabilità verso le proprie comunità, delle quali devono assicurarne i giusti diritti e lo sviluppo armonico, per non essere come il costruttore stolto che fece male i calcoli e non riuscì a completare la torre che aveva cominciato a edificare». Come dire ai politici che se dovessero sbagliare a fare entrare troppi migranti il rischio è una nuova Babele. 

 

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