Lo studio è stato affidato alla congregazione del Clero, della Fede, degli Istituti di vita consacrata. A causa dei ritardi nella attuazione di una linea oggettivamente più incisiva verso i vescovi omertosi, all'inizio dell'anno si era dimessa dalla pontificia commissione per la tutela dell’infanzia Marie Collins, una signora irlandese con alle spalle un vissuto traumatico essendo stata violata da adolescente dal suo confessore. Il possibile giro di vite nei confronti dei vescovi è un tema delicato e incandescente. All’interno della curia, infatti, non tutti sono d’accordo nell’introdurre procedure più incisive nei confronti dei vescovi. Anche perchè i vescovi sono sempre stati incoraggiati dalla Santa Sede a tutelare più i sacerdoti che non le vittime.
Nel Motu Proprio il Papa rammentava che il Diritto Canonico già prevede la possibilità della rimozione dell’ufficio ecclesiastico «per cause gravi» i vescovi omertosi. Nel testo però aggiungeva che tra le cause gravi non poteva che essere inserita anche la della negligenza. Il Papa specificava anche che il danno causato alle vittime può essere «fisico, morale, spirituale o patrimoniale».
La decisione finale sarà sempre approvata dal Papa, assistito da un Collegio di giuristi. Qualora gli indizi siano “«seri», proseguiva l’articolo 2 del Motu Proprio, la competente Congregazione della Curia Romana (Vescovi, Evangelizzazione dei Popoli, Chiese Orientali, Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica) può «iniziare un’indagine in merito dando notizia al vescovo interessato che ha la possibilità di difendersi con i mezzi previsti dal diritto».
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