Vaticano, nuove procedure per giudicare i vescovi omertosi

Vaticano, nuove procedure per giudicare i vescovi omertosi
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 4 Ottobre 2017, 17:23 - Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 14:37
Città del Vaticano Il Vaticano sta elaborando nuove procedure per giudicare quei vescovi che in passato si sono macchiati di omissioni o, peggio ancora, di complicità con i preti pedofili, spostandoli da una parrocchia all’altra per non creare scandali pubblici. In buona sostanza si tratterebbe di criteri più dettagliati che il Papa ha contemplato nel 2016 con la pubblicazione del Motu Proprio «Come una madre amorevole». A parlarne è padre Hans Zollner a capo della pontificia commissione per la tutela dell’infanzia a margine del convegno della Gregoriana sulla protezione dei bambini nell’era digitale. «Non si tratta affatto di istituire nuovi tribunali, quelli esistono già, si tratta semmai di intervenire nelle procedure attuali, cosa che stanno facendo le congregazioni incaricate di elaborare un progetto allo studio».

 Lo studio è stato affidato alla congregazione del Clero, della Fede, degli Istituti di vita consacrata. A causa dei ritardi nella attuazione di una linea oggettivamente più incisiva verso i vescovi omertosi, all'inizio dell'anno si era dimessa dalla pontificia commissione per la tutela dell’infanzia Marie Collins, una signora irlandese con alle spalle un vissuto traumatico essendo stata violata da adolescente dal suo confessore. Il possibile giro di vite nei confronti dei vescovi è un tema delicato e incandescente. All’interno della curia, infatti, non tutti sono d’accordo nell’introdurre procedure più incisive nei confronti dei vescovi. Anche perchè i vescovi sono sempre stati incoraggiati dalla Santa Sede a tutelare più i sacerdoti che non le vittime.

Nel Motu Proprio il Papa rammentava che  il Diritto Canonico già prevede la possibilità della rimozione dell’ufficio ecclesiastico «per cause gravi» i vescovi omertosi. Nel testo però aggiungeva che tra le cause gravi non poteva che essere inserita anche la della negligenza. Il Papa specificava anche che il danno causato alle vittime può essere «fisico, morale, spirituale o patrimoniale».

La decisione finale sarà sempre approvata dal Papa, assistito da un Collegio di giuristi. Qualora gli indizi siano “«seri», proseguiva l’articolo 2 del Motu Proprio, la competente Congregazione della Curia Romana (Vescovi, Evangelizzazione dei Popoli, Chiese Orientali, Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica) può «iniziare un’indagine in merito dando notizia al vescovo interessato che ha la possibilità di difendersi con i mezzi previsti dal diritto».
 
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