Ostia, la sfida degli outsider da Casapound ai civici: «Il nuovo siamo noi»

(Foto di Mino Ippoliti)
di Carlo Romano
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Giovedì 26 Ottobre 2017, 08:31
Sono quattro, piccoli e agguerriti. O meglio sarebbero cinque, ma Marco Lombardi, l'avvocato a capo della lista «Noi del X Municipio» che presentò ricorso al Tar contro il commissariamento per mafia della vecchia amministrazione, ha preferito non rispondere alle nostre domande. Sono gli outsider, i candidati minori in corsa per la poltrona da minisindaco di Ostia. Che poi tanto piccoli non sono: stando ai sondaggi che circolano nelle segreterie di partito, alcuni di loro come il front runner di Casapound Luca Marsella potrebbero avvicinarsi a percentuali a doppia cifra nel voto del 5 novembre. Oltre al candidato dei «fascisti del terzo millennio», in corsa c'è il giornalista Andrea Bozzi, volto noto delle tv locali capitoline appoggiato dalle liste civiche «Ora» e «Un sogno in Comune», di area centrista (sostenuto dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin). Allo stesso elettorato parla Giovanni Fiori, del Popolo della Famiglia, il partit(in)o fondato dal direttore de La Croce Mario Adinolfi. La sinistra dura e pura invece schiera in campo Eugenio Bellomo, infermiere ed ex sindacalista.

E se lo spettro dei cespugli da destra a sinistra non potrebbe essere più ampio, sui temi concreti le risposte dei quattro piccoli non sono poi così lontane. Per tutti, il nemico numero uno è il degrado: togliere i rifiuti dalle strade, ripiantumare la pineta di Castelfusano. Sull'eventuale secessione di Ostia, il più netto è Bozzi: «Sì al referendum per far diventare il Municipio un comune a sé», rilancia, con gli altri tre che si limitano a chiedere più autonomia. Marsella insiste sul «difendere gli italiani»: «Vogliamo far riscoprire ai cittadini di Ostia l'orgoglio di essere nati e cresciuti qui», dichiara il candidato di Casapound, il più morbido verso i balneari. Agguerrito Bellomo, che chiede l'abbattimento immediato del lungomuro, mentre Fiori chiosa: «Il vero nuovo a Ostia siamo noi». Il responso si vedrà il 5 novembre: fino ad allora, attenti a quei quattro (più uno).
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