Rifiuti, il soccorso per Roma dagli impianti di Ostia e Aprilia

Rifiuti, il soccorso per Roma dagli impianti di Ostia e Aprilia
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 10 Gennaio 2018, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 08:51

Nel Pd il colpo in canna lo avevano da tempo: «Ostia è un'altra Parma», dicono per sottolineare che il M5S, sia nella Capitale che in Emilia, se n'è infischiato delle promesse elettorali. «Niente inceneritore», disse Pizzarotti quando era solo un combattivo aspirante sindaco grillino, ancora lontanissimo dall'epurazione decisa quattro anni dopo via Blog. «I rifiuti ad Ostia? Mai!», gridavano (e postavano) i pentastellati romani fino a poche settimane fa. Senza sapere - dando per scontata la buona fede - che invece ora proprio Ostia, col suo maldigerito tritovagliatore, dovrà aiutare la Città eterna a uscire dall'emergenza, insieme ad Aprilia. L'impianto è stato aperto la settimana scorsa e ora dovrebbe per giunta raddoppiare le tonnellate di spazzatura da smistare: da 100-120 tonnellate al giorno si dovrebbe arrivare a 200, anche se l'impianto, va detto, è autorizzato ad accogliere fino a 280 tonnellate ogni 24 ore. Scelta indigesta per il Movimento, anche se negli ultimi giorni in diverse riunioni tra gli esperti dell'Ambiente comunale e l'assessore Pinuccia Montanari, l'aumento delle tonnellate sul lungomare romano è stato descritto come una via obbligata, almeno per tutto il mese di gennaio, in attesa che la produzione dell'immondizia, come è fisiologico, cali.

Ma Ostia da sola non basta. Il Campidoglio ieri ha calato allora la carta di Aprilia, firmando l'accordo con una società privata, la Rida Ambiente, che gestisce un Tmb in provincia di Latina, quindi nel Lazio. Accordo «immediatamente esecutivo», ha spiegato ieri l'Ama, la società comunale dei rifiuti, e che garantisce una valvola di sfogo da 40mila tonnellate. Poi si vedrà. Nell'entourage di Virginia Raggi sperano sia la mossa del cavallo, perché con Aprilia l'aiuto dell'Abruzzo non sarebbe più indispensabile. Anzi, il Comune pagherebbe circa 140 euro a tonnellata, contro i 150 ipotizzati a Pescara. Non è un caso, allora, che la sindaca ieri non abbia risposto alla lettera del governatore abruzzese Luciano D'Alfonso; lo farà forse oggi per dire che Roma, in ogni caso, «ha un piano rifiuti» e soluzioni approvate. Ci potrà essere un accordo, ma senza diktat e a prezzi convenienti per la Capitale.

Insomma, dopo avere detto no all'Emilia Romagna, Raggi ora è convinta di poter fare a meno anche dell'Abruzzo. Una mossa che piace ai vertici nazionali del M5S, che ieri hanno alimentato la polemica sulle due «Regioni guidate dal Pd» che metterebbero i bastoni tra le ruote al governo grillino della Capitale.

ANNUNCI IN BATTERIA
Certo, resta l'imbarazzo per le vecchie dichiarazioni su Ostia. «Sono qui per tranquillizzare tutti, i rifiuti di Roma non saranno portati a Ostia», diceva la sindaca l'11 maggio scorso mettendo piede nel distretto del litorale. E il giorno dopo la grancassa della propaganda grillina rilanciava: «Il tritovagliatore non arriverà mai a Ostia, invece di perdere tempo con le chiacchiere la vecchia politica si rimbocchi le maniche», assicurava Paolo Ferrara, capogruppo del M5S in Assemblea capitolina e campione di preferenze proprio nel X Municipio. Alla catena tocca aggiungere la promessa di Giuliana Di Pillo, appena eletta trionfalmente (ha sfiorato il 60%) presidente di Ostia. Anche lei, prima delle elezioni del novembre scorso, garantiva: «La sindaca ha dichiarato con fermezza che il tritovagliatore non verrà spostato nel nostro municipio. Per me questa è garanzia assoluta». Invece la settimana scorsa, per l'esattezza il 3 gennaio, ha dovuto raccontare ai follower increduli che «le criticità palesate in questi giorni sull'enorme quantità di rifiuti nel X Municipio hanno determinato l'attivazione del tritovagliatore».

Altro che «mai-mai-mai». C'è da immaginare l'imbarazzo che può avere provato ieri il capogruppo M5S Ferrara, quando davanti ai cronisti che gli chiedevano conto del voltafaccia, ha asserito: «Avevo fatto una dichiarazione che contava in quel momento, sono passati mesi, le esigenze sono cambiate ma il tritovagliatore resta qualcosa di piccolo, non ci abita nessuno intorno». Anche se la quota di monnezza giornaliera, almeno da qui a fine mese, potrebbe essere raddoppiata.

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