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Lipsia, il padre di Bernardo: “Bianchi mi voleva al Napoli. Il Lipsia gioca sempre all’attacco”

admin
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L’ex calciatore del Bayern Monaco, Bernardo Fernandes da Silva, padre del terzino del Lipsia, ha rilasciato un’intervista a Il Mattino. Queste le sue parole: “Napoli? La conosco bene, ho giocato anche la gara al San Paolo per l’addio al calcio di Careca. Tra l’altro, Ottavio Bianchi voleva portarmi in azzurro quando ero ancora in Brasile, ma il San Paolo non volle cedermi e così il Napoli prese Alemao dall’Atletico Madrid. Sul Lipsia? Non vedo l’ora di tornare a Napoli e mangiare anche una bella pizza. In Germania non è stato preso benissimo il sorteggio perché il Napoli è forte, ma sarà una bella sfida. Quando ero calciatore preferivo giocare con le squadre forti. Il Lipsia ha un gioco ben definito e una mentalità offensiva. Ricorda il Napoli come gioco, per questo credo che saranno due grandi sfide. Loro in trasferta giocano come in casa, tutti all’attacco e via con lo spettacolo. Giocatori da tenere d’occhio? Direi Forsberg, Keita e Werner su tutti, ma hanno tanti giocatori importanti che giocano per le rispettive nazionali. Mio figlio? Si trova bene, è arrivato un anno fa dal Salisburgo e si fa trovare sempre pronto. È un giocatore a tutta fascia senza preferenza di lato, che sa fare bene entrambe le fasi di gioco. Pronto per il Napoli? Sarà una bella esperienza per lui, anche se non dovesse partire titolare. Soprattutto la sfida al San Paolo che è uno stadio mitico. Su Hasenhuttl? È intelligente, capisce molto di calcio. Sa leggere bene l’avversario e diventerà un allenatore importante. Sul Napoli? Qui in Germania è molto rispettato. Considero Sarri un grande allenatore, lo seguo sin dai tempi di Empoli. Anche in Brasile se ne parla bene. Stadio del Lipsia? I tedeschi sono tranquilli, non scalmanati come gli italiani o i brasiliani. Lo stadio è bello, l’atmosfera calda, ma nulla a che vedere con gli stadi italiani. A livello societario il Lipsia è molto ben organizzato, fanno tutto nel modo migliore. S’investe su giovani sconosciuti che possono diventare importanti nel futuro, un modello che andrebbe copiato.”

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