Fabriano, il video choc dell’ex imam inneggia alla guerra santa

Uno dei fondatori della prima moschea ha postato su Facebook immagini di violenza jihadista. Scoppia la polemica politica

Mustapha Quandyly, ex imam di Fabriano

Mustapha Quandyly, ex imam di Fabriano

FABRIANO (Ancona), 3 febbraio 2018 - Il video choc che ritrae molotov lanciate contro i carri armati e scene di guerra tra palestinesi e israeliani spunta sul profilo Facebook dell’ex imam del centro islamico Essounna di Fabriano, Mustapha Quandyly, e subito diventa un caso mediatico. Ordigni lanciati a mano, fuoco che travolge i mezzi blindati, bombe trasportate da uomini incappucciati in apposite casse campeggiano nel filmato di poco più di tre minuti di ordinaria violenza ripreso da un profilo scritto in lingua araba che, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe traducibile in inglese come ‘End Israel’ e in italiano come ‘Finiamo Israele’.

Il filmato sul post che ha scatenato la polemica
Il filmato sul post che ha scatenato la polemica

Subito si sono attivati anche carabinieri e polizia per acquisire le immagini e capire se si è di fronte a un semplice reportage di guerra, oppure quel filmato rappresenti qualcosa di più di un asettico documento e possa considerarsi una sorta di esortazione all’utilizzo delle armi, sebbene sembra escluso ogni tipo di collegamento con il terrorismo a marchio Isis.

Di più, dunque, se ne dovrebbe sapere a breve sul filmato della discordia rilanciato dall’uomo molto conosciuto in città, che ormai da alcuni anni vive in Polonia dove lavora come operaio, mentre moglie e figli continuano a risiedere in città.

Proprio Quandyly viene considerato per certi versi la figura simbolo dell’integrazione tra cattolici e musulmani, lui che ad inizio millennio è stato uno dei fondatori del primo centro islamico riconosciuto dalle istituzioni cittadine. All’epoca fu l’allora sindaco Roberto Sorci a visitare più volte la struttura allora posizionata in via Cialdini e ad instaurare un rapporto di dialogo con il centro islamico, oggi spostato in via Buozzi.

"Di Quandyly – afferma l’ex primo cittadino – ho sempre avuto l’immagine di una persona mite, aperta al confronto e non certo un guerrafondaio. Con lui ho un ottimo rapporto personale, anche se ormai da tempo non ho più avuto modo di parlarci proprio perché vive all’estero".

Decisa la presa di distanza di Kader Mekri, anch’egli fabrianese d’adozione, coordinatore regionale dell’associazione ‘Uniti per unire’ in cui si riconoscono diversi centri islamici. "La violenza – sostiene – porta violenza e va sempre condannata: ognuno è responsabile dei suoi atti e tutti dobbiamo stare molto attenti quando maneggiamo uno strumento insidioso come i social network. Purtroppo viviamo un tempo dove basta poco per accendere gli animi e rinfocolare i beceri sentimenti di odio e razzismo".