Stragi, in guerra non stanno mai da una parte sola

La lettera. Risponde il vicedirettore del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 11 ottobre 2017 - Onore a tutti coloro che cadono per la Patria, qualsiasi uniforme indossino. Ho però riserve nel definire tutti eroi. Ricordo di aver visto durante la Seconda guerra mondiale velivoli Alleati Spitfire, Thunderbolt, P38 impegnati nella caccia libera: scendere per mitragliare civili, animali, fattorie e altro che obiettivi militari non erano. Lo dico per verità e Giustizia. Umberto De Lucca, Casalecchio (Bologna)

Risponde il vicedirettore del Carlino, Beppe Boni

La storia, si sa, la scrivono i vincitori. Le stragi naziste di civili sono uno dei temi della Seconda guerra mondiale. Furono crimini orrendi dove la popolazione pagò un prezzo altissimo. Ma in guerra le stragi di civili non sono mai da un parte sola. I bombardamenti Alleati, i liberatori, in Italia registrano cifre spaventose. Le incursioni aree colpirono in buona parte obiettivi civili per demoralizzare la popolazione. A Milano si contarono quasi 2.000 morti e con le macerie si costruì la Montagnetta di San Siro. Le vittime in Italia sono stimate tra le 200.000 e le 360.000. In Inghilterra il Maresciallo dell’Aria Arthur “Bomber” Harris, nominato al vertice del Comando Bombardieri nel febbraio 1941, ordinò bombardamenti a tappeto ovunque: Amburgo, Kessel, Berlino e Norimberga. A Dresda, la Firenze del baltico delle 28.410 case in città, 24.886 furono distrutte. Le vittime civili furono tra le 35.000 e 135.000. beppe.boni@ilcarlino.net

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