Bologna, porno, web e droga. Zuppi mette in guardia sulle dipendenze

L'arcivescovo al convegno per i 30 anni del Consultorio familiare

L'arcivescovo al Consultorio familiare

L'arcivescovo al Consultorio familiare

Bologna, 14 ottobre 2017 - Web e pornografia, dipendenze da condannare tanto quanto quella, per esempio, per la droga. Parola dell'arcivescovo Matteo Zuppi, che oggi in occasione del convegno per celebrare i trent'anni del Consultorio familiare bolognese ha riservato un commento al tema. Passando anche per un'altra questione caldissima, la pedofilia: "La chiesa ha i suoi problemi", ha commentato l'arcivescovo, che ha aggiunto però che sarebbe "sciocco non guardare a quello che accade anche al suo esterno". 

"Le dipendenze sono in aumento perché le fragilità sono in aumento - ha sottolineato Zuppi -. Penso facciamo tutti troppo poco riguardo le droghe". Affermazioni forti del vescovo, che paragona il calo di attenzione sulla lotta all'abuso di stupefacenti a quello per il pericolo dell'Aids. "Si sente dire che adesso tutto sommato c'è la terapia, prima si moriva, quindi ci preoccupiamo molto meno, mentre in realtà il contagio non è finito, ci deve ancora preoccupare", ha spiegato Zuppi. 

Riguardo alla pornografia, e alla dipendenza da questa, l'arcivescovo si dice "colpito: certo, il moralismo è sempre stato un ottimo volano commerciale, quando si diceva 'non andate a vedere quel film' poi si era sicuri che tutti andassero a vederlo". Di certo però i tempi sono cambiati, rispetto a quando il Consultorio fu aperto: "Quello che veniva stigmatizzato 30 anni fa adesso è una roba che non dico lo fanno vedere all'asilo, ma quasi...", ironizza il vescovo.

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